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Che Dylan ed i Beatles abbiano scritto le più belle canzoni del rock è fatto piuttosto noto, come è noto che Bob abbia influenzato i ragazzi di Liverpool nell’uscire dai cliché della pop music e che questi lo abbiano influenzato a loro volta nella svolta elettrica. Ma non tutti ricordano che Dylan ed un Beatle abbiano suonato nella stessa band. Partiamo dall’inizio, a metà degli anni ottanta, in pieno rock romantico & rock rurale: Bruce Springsteen, Tom Petty, John Cougar Mellencamp, Paisley Underground e giù di li. Tom Petty è in studio per registrare con gli Heartbreakers il suo sesto album, Southern Accent. È in crisi perché vorrebbe un suono innovativo e pop come lo erano le canzoni degli anni sessanta, ma finirà per fratturarsi una mano prendendo a pugni il muro per la frustrazione. Uscirà da questa esperienza con una forte necessità di rinnovamento e di ritorno alle radici che esiterà nella collaborazione del True Confessions Tour con il proprio vate Bob Dylan. Fu l’inizio di una amicizia e di una collaborazione serrata che si svilupperà nei dischi immediatamente successivi di Dylan (Got My Mind Made Up sull’altrimenti moscio Knocked Out Loaded) e Petty (Jammin' Me sul bello Let Me Up). Nel 1987 l’ex Beatle George Harrison registrava Cloud Nine per la produzione di Jeff Lynne, già con gli ELO. La carriera di Harrison era rallentata dopo il capolavoro di esordio di All Things Must Pass ed il concerto per il Bangladesh. Anche negli album di mezzo non mancavano belle canzoni ma mai abbastanza per riempire un album intero. Grazie alla sensibilità di Lynne, grande fan dei Fab Four al punto di guadagnarsi anni dopo il soprannome di “il quinto Beatle”, Cloud Nine riuscì a mettere a fuoco il talento di George. La Warner Brothers era entusiasta e propose di aggiungere un lato B inedito per il singolo This Is Love. George si rivolse a Bob Dylan per registrarlo presso il suo studio a Santa Monica e questo invitò alle registrazioni anche l’amico Tom Petty (secondo un’altra versione George aveva dimenticato la propria chitarra a casa di Tom che gliela portò in studio). In qualche modo era presente anche il mito degli anni sessanta Roy Orbison (quello citato da Springsteen in Thunder Road) appena tornato al successo grazie al disco prodotto da T-Bone Burnett ed al film Blue Velvet di David Lynch nella cui colonna sonora aveva una certa rilevanza la canzone In Dreams. Secondo la leggenda i cinque lessero su una cassa la scritta Handle With Care (maneggiare con cura) e ci scrissero sopra una gran canzone con un coro a cinque voci. Quando alla Warner ascoltarono il pezzo decisero che era troppo bello per un lato B e suggerirono di aggiungere qualche altra canzone. A George piacque l’idea di un super-gruppo e con la sua autorità di ex Beatle convinse gli altri a registrare un intero album con l’identità segreta di una banda itinerante (una passione di Dylan - ricordate la Rolling Thunder Revue?) e si assegnarono il nome di Traveling Wilburys con gli pseudonimi di Nelson (George), Otis (Lynne), Lefty (Orbison), Charlie (Petty) e Lucky (Dylan). Nei soli dieci giorni a disposizione nella casa di Dave Stewart registrarono Vol. 1, uno straordinario cross over tra le tradizioni vocali dei Beach Boys, il Beat e il west. Sorprendendo tutti il disco vendette cinque milioni di copie. La voglia di suonare assieme era così forte che i cinque continuarono a collaborare nei dischi immediatamente successivi: per primo Full Moon Fever di Tom Petty, ancora prodotto da Jeff con il contributo di Roy e George. Petty alla fine aveva trovato il suono che stava cercando. Poi Mystery Girl di Roy Orbison. Anche Armchair Theatre di Jeff Lynne stesso pur essendo un lavoro da one man band è intriso del sound dei cinque. Furono immaginati un tour ed un film, forse alla Blues Brothers, ma il 6 dicembre 1988 Roy Orbison morì d’infarto mandando in fumo ogni progetto. I quattro reduci valutarono il rimpiazzo con Del Shannon, l’autore della celebre Runaway, anch’egli ritornato alla fama con un disco prodotto da Jeff Lynne con la presenza di Petty e Mike Campbell. Ma l’8 febbraio 1990 Del si fece saltare il cervello con un colpo di pistola nella propria casa a Santa Clarita in California. Si dice che fu considerato anche Roger McGuinn il cui Back From Rio (il miglior disco solista dell’ex Byrds) era stato prodotto da Lynne e Petty, ma alla fine i ragazzi entrarono in studio in quattro per registrare il secondo album, che prese il nome di Vol. 3. Può darsi che il nome sottolinei proprio il fatto che fra i due dischi c’è stata molta collaborazione qua e la, ed anche se George dichiarò ad un giornalista che alcune registrazioni intermedie erano state trafugate probabilmente lo fece solo per prenderlo in giro. Il secondo disco era buono come il primo, forse un po’ più scherzoso ed il leader della gang era George. Su Volume 3 i nomi dei fratelli Wilburys erano diventati Spike, Clayton, Muddy e Boo. Poi il gruppo si perse di vista. Lynne lavorò ancora con Petty & The Heartbreakers per Into The Great Wide Open, un grande disco che non fu capito subito, ed ancora uscì qualche cosa di Roy Orbison nel postumo King Of Hearts. Per sentire ancora un suono simile a quello dei TW bisognerà aspettare il disco solista di George Harrison, Brainwashed, purtroppo uscito postumo anch’esso nel 2002.
1985 (True Confessions Tour, Bob Dylan & Tom Petty)
1986 Bob Dylan > Knocked Out Loaded
1987 Tom Petty > Let Me Up (I've Had Enough)
1987 George Harrison > Cloud Nine
1988 Traveling Wilburys > Vol. 1
1989 Tom Petty > Full Moon Fever
1989 Roy Orbison > Mystery Girl
1990 Jeff Lynne > Armchair Theatre
1990 Traveling Wilburys > Vol. 3
1991 Tom Petty > Into The Great Wide Open
1991 Del Shannon > Rock On!
1992 Roy Orbison > King Of Hearts
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