La rinascita di Shadowrun, qualche tempo addietro, ha lasciato piacevolmente colpiti e felici i fan di lunga data che una trentina di anni fa si erano letteralmente innamorati di quel mix fantasy-cyberpunk. Nel passato recente il brand è tornato a nuova vita, è stato rivitalizzato (forse anche troppo) tanto da giungere con un nuovo, particolare capitolo intitolato Boston Lockdown.
Pensato per il gioco in cooperativa, si tratta in verità di una sorta di spin-off orientato sull’appendice online, benché consenta anche l’approccio in solitaria. Di seguito le nostre impressioni sul lavoro svolot da Cliffhanger Productions.
LA COOPERATIVA CHE TI CAMBIA LA VITA
Indecisi sulla creazione del personaggio e sulla relativa classe di appartenenza? Tranquilli, in Boston Lockdown avrete modo di creare più personaggi per soddisfare ogni vostra esigenza, e la classe non contraddistingue o influisce più di tanto nel corso dell’esperienza. L’importante, come ripeteremo più volte, è approcciarlo in compagnia per avere il massimo – nei limiti possibili – in termini di divertimento.
E sarete obbligati a farlo, perché si arrivi ai titoli di coda in maniera tutto sommato piacevole, in quanto tra abilità da selezionare e missioni il risultato potrebbe essere altalenante.
Se attraverso l’utilizzo di punti karma sarà infatti possibile personalizzare piuttosto a fondo il nostro alter-ego, la ripetitività e la scarsa originalità di molte delle missioni portano il giocatore a un senso marcato di noia, compensata nell’approccio in cooperativa – tanto meglio se con un amico – e dalla possibilità di testare nuove strategie ogni qualvolta ci verrà affidato un nuovo incarico; ciò si traduce in un senso di libertà abbastanza buono, al quale seguiranno altrettante dipartite o imprecazioni assortite per non essere riusciti a farcela per un soffio, e potremmo anche fermarci qui.
Sì, perché Shadowrun Chronicles – Boston Lockdown è sostanzialmente diverso dalle riedizioni recenti della serie, non ha una trama forte, non ha dei personaggi carismatici, è uno spin-off focalizzato quasi esclusivamente sulla componente strategica, senza fronzoli, un esercizio di stile – se così possiamo definirlo – e un test su come certe meccaniche si adattino al gioco cooperativo online. Il problema più grosso lo esplicitiamo proprio ora: senza un’adeguata stabilità dei server, il progetto a monte ha poco senso di esistere. Sebbene siano ancora frequenti problematiche non da poco, Boston Lockdown è stato interessato da gravissimi problemi di lag e crash inspiegabili, che hanno compromesso il lancio ufficiale, piuttosto infelice, al quale si affianca una persistente sensazione di incompletezza, emersa soprattutto nel gioco in solitaria.
È vero, come spin-off sarebbe forse sbagliato pretendere la stessa qualità del reboot di qualche tempo addietro, ma Boston Lockdown non si avvicina nemmeno lontanamente al suo fratello maggiore: la trama è insipida, di fatto ruota tutto attorno a dei runners, dei mercenari che mettono a posto le cose dietro grossi compensi in denaro, e l’interesse è mantenuto vivo soltanto dal gameplay vero e proprio.
Che ancora una volta fa uso della classica visuale isometrica e di un sistema di gioco a turni, grazie al quale governare il party di giocatori sul terreno di gioco, opportunamente casellato e pieno zeppo di elementi con cui interagire, presso cui ripararsi e così via.
Cosa salvare, quindi? Una manciata di missioni introdotte non sono affatto male, e seguitiamo col ribadire che l’intelligenza artificiale appare convincente e piuttosto scorbutica, mettendoci in difficoltà fin dalle prime fasi, o quasi. Il resto, ahinoi, appare poco convincente: il level design di alcuni livelli, gli obiettivi troppo ripetitivi di molte quest, una storia priva di verve, considerazioni che non possono che far parte di un gioco superficiale sotto molti aspetti, ma non nel prezzo.
Problematica non da poco oggigiorno, perché non ci saremmo aspettati il miracolo grafico – che non c’è, pur difendendosi bene soprattutto in quanto ad uso dei colori – o una colonna sonora epica, ma un’applicazione adeguata all’esborso richiesto e ciò non avviene nemmeno lontanamente. Va preso per quello che è, ma il suo più grosso problema è quello di non essere al top in nessuna delle peculiarità di cui è in possesso, pensateci bene quindi prima di acquistarlo.
COMMENTO FINALE
Come definire questo Shadowrun Chronicles – Boston Lockdown se non come un progetto secondario, per di più non così riuscito? Le numerose imperfezioni e il lag persistente ne affliggono inesorabilmente la votazione, ma il team rilasciando continui update dimostra di tenere alla sua opera. Certo, dopo un mese dal rilascio trovarsi ancora difronte alle solite problematiche non è un buon segno, quindi nel caso decidiate di spendere oltre trenta euro sappiate allo stesso tempo di dover scendere a numerosi compromessi. E, ovviamente, trovate un amico col quale portare a termine il gioco.
PREGI: Alcune missioni ben riuscite e accattivanti. IA all’altezza. Stuzzicante in cooperativa…
DIFETTI: … Molto meno in solitaria. Lag e crash piuttosto frequenti. Durata non esaltante. Prezzo di lancio esagerato.