Un protagonista che quasi arranca nella sua esistenza nell’upper class della big apple, trastullandosi tra film porno, autoerotismo nei bagni dell’ufficio ed incontri occasionali. Illudendosi, perdendosi addirittura in un mondo che pian piano lo logora lentamente.
L’arrivo di Sissy, la sorella minore(Carey Mulligan), incrina inizialmente la sua apparente stabilità fino a rompere quel guscio vuoto che è la sua esistenza.Il loro rapporto è molto instabile, a tratti morboso fatto di un passato di sofferenze ed un’ipotetica relazione incestuosa.
Il protagonista comincia a rendersi conto del disagio che prova quando cerca di creare una relazione con una sua collega, ma non riuscendoci si ributta nella disperazione e nel sesso più sfrenato.Solo con il tentato suicidio della sorella, Brandon tenterà di uscire dal torpore e dalla dipendenza.Il ritmo del film è molto lento, i dialoghi sono essenziali, una scena che mi ha colpito molto è quella della metropolitana dove troviamo il protagonista che guarda una ragazza di fronte a lui, dopo una serie di sguardi la ragazza scende e lui la segue fino a quando non la perde tra la folla, la stessa scena la troviamo alla fine del film con la stessa ragazza, ma lui non la segue più.Il cast è interessante Michael Fassbender rende bene nel ruolo e a tratti mi ha ricordato il protagonista di “American Psyco”, Carey Mulligan brava come sempre nei ruoli drammatici è una buonissima spalla.Mi è piaciuta anche la colonna sonora prevalentemente con brani jazz riarrangiati, tipo “The sound of music” e “New York, New York”.Quello che lascia con l’amaro in bocca è che il film alla fine non ingrana e non ha quel quid in più che si vorrebbe, forse perché i finali aperti non mi sono mai piaciuti.
Alla prossima!!!!
Taty