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Shame è infatti il classico film-scandalo della rassegna veneziana. Intendiamoci, di film del genere ce ne sono un po' in tutti i festival, spesso vengono appositamente selezionati proprio per far parlare di sè e fare pubblicità gratuita anche alla manifestazione. Fin qui niente di strano. La differenza è che, mentre di solito questi film sono delle boiate pazzesche, inguardabili e spesso soporiferi (ottengono, cioè, esattamente l'effetto contrario di quello previsto), Shame è invece un'opera tutt'altro che disprezzabile. Certamente non memorabile ma sicuramente interessante.
Protagonista è il lanciatissimo Michael Fassbender, che interpreta un personaggio affetto da sesso-dipendenza. Una persona, cioè, per la quale il sesso è l'unico modo che ha per relazionarsi col mondo esterno. Una pratica di approccio e niente più, indice evidente di una solitudine nera e disperata. E di sesso in Shame se ne vede davvero tanto, per tutto il film, in continuazione: orale, anale, masturbatorio, a due, a tre, etero, omo, in qualsiasi ora e posizione. Così ampiamente mostrato da inculcare in chi lo guarda un senso di assuefazione e stanchezza, vale a dire esattamente quello che prova il protagonista, il quale si rende conto (e si vergogna, come dice il titolo) dello stato in cui si trova, ma non riesce a trattenersi dalla compulsiva voglia di scopare a tutti i costi... con chiunque capiti.
Brandon (questo il nome dell'uomo) trascorre le sue giornate nello squallore e nella freddezza del sesso a pagamento, senza trovare vie di uscita (terribili e strazianti ci appaiono i tentativi fatti per 'abbordare' in maniera più consona e 'delicata' una collega di lavoro, altrettanto terribile è la sequenza che ci mostra un'intera notte di depravazione per le strade newyorchesi...). Sarà l'arrivo della sorella Sally (la brava Carey Mulligan) a sconvolgere la sua esistenza, trascinandolo però ancor più verso gli inferi.
Film sgradevole e durissimo. Tipicamente da festival. Con cui Fassbender si candida prepotentemente alla Coppa Volpi come miglior attore. Probabilmente non lo vedremo mai in sala, e questo è un vero peccato. Però segnatevi il nome di McQueen (anche se di certo un nome così non lo scordate di sicuro).
Ne sentiremo parlare ancora. Garantito.
VOTO: ***
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