shangri-la

Da Guchippai

alcuni giorni fa ho visto Orizzonte Perduto (Lost Horizon), vecchio film di Frank Capra in cui un eroico diplomatico inglese viene rapito e portato in un luogo fantomatico tra le nevi dell'Himalaya, un paradiso in terra dove le persone convivono pacificamente. il trucco che sta alla base di tutta questa armonia è la gentilezza: essere gentili gli uni verso gli altri infatti elimina i conflitti alla radice, inoltre la società è fondata in modo tale che tutti abbiano ciò di cui hanno bisogno e quindi non esistono crimini. ovvio che si tratta di un'utopia perchè temo che il concetto di abbastanza sia alieno alla natura umana, anche se è vero che un'educazione in tal senso fin dalla più tenera età farebbe un gran bene. lasciando perdere i ragionamenti minimalisti, resta l'altro punto, ovvero la gentilezza. leggevo un'intervista a una donna italiana che da anni vive in Giappone e che diceva di come i giapponesi siano gentilissimi, ma che la loro facciata è impenetrabile, tanto che a lei non era riuscito di instaurare dei rapporti di amicizia. questo mi ha fatto venire in mente Annette, una mia amica di penna di molti anni fa della quale ho purtroppo perso le tracce; era svedese ma abitava a Monaco di Baviera, e la sua teoria era molto simile a quella della donna italiana. diceva infatti che gli svedesi sono molto gentili e cortesi, ma che si trattava di una facciata e che era molto difficile avere rapporti profondi e veri. che cosa bisogna concludere allora? ben vengano insulti, maleducazione e mancanza di rispetto perchè la controparte è una società in cui è possibile trovare veri amici? l'argomento mi confonde. di gentilezza si è parlato ancora in questo blog, sempre giungendo alla conclusione che è cosa buona e giusta; io sono una persona gentile, ma non per questo incapace di instaurare rapporti di amicizia vera. possibile che portare la gentilezza a dogma in una società abbia la conseguenza denunciata da queste due persone? certo, bisognerebbe capire dove finisce la gentilezza e dove comincia l'ipocrisia, perchè è probabile il rischio che certi atteggiamenti apparentemente positivi siano in realtà dettati da altri fattori. il Giappone, così come altre società orientali, basa tutto sul bene della comunità e poco sull'individuo, e il forte senso di vergogna (che spesso spinge al suicidio) ne è una dimostrazione. per quel che mi riguarda, a volte mi è venuto da pensare che una delle ragioni per cui sono trasparente è che sono poco stronza. mi spiego: in effetti sono una gran fetente, ma in me è talmente forte il desiderio di non ferire il prossimo che raramente mi spingo a dire in faccia a qualcuno che cosa penso veramente di lui. in definitiva sono ben pochi gli atteggiamenti che mi sentirei di censurare pubblicamente; forse la mia eccessiva indulgenza, dettata da una forma perversa di empatia, è un errore? non a caso ho fatto mio il motto homo sum, nihil humanum mihi alienum esse puto: la mia umanità è tale che non mi sento di condannare chi per la stessa umanità pecca. perciò penso proprio che a me piacerebbe vivere a Shangri-la.

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