Maria Sharapova, numero cinque WTA e già regina di Wimbledon nel 2004, ha raggiunto la semifinale del Championship dopo ben 5 anni.
Cento decibel equivalgono al frastuono di un trattore a lavoro, più della metropolitana o di una moto in piena accelerazione, è una soglia considerata pericolosa per l’udito umano, ma a Wimbledon è anche e sopratutto il rumore provocato dall’urlo di Marija Sharapova da Njagan, ultima vera donna-copertina rimasta in gara sull’erba inglese e principale candidata al Piattone d’argento.
Marija di Slam ne ha vinti tre e la sua gemma è stato proprio il trionfo a Wimbledon in finale nel 2004, quando l’allora semi-sconosciuta diciassettenne, si impose su una Serena Williams all’apice della carriera -uno dei soli due casi (l’altro è la vittoria di Amelie Mauresmo nel 2006), negli ultimi unidici anni, in cui a trionfare nel torneo inglese non sia stata una delle due sorelle americane- che le consegnò fama e ricchezza.
Poi un paio di anni bui per la splendida russa, in cui è apparsa più sulle copertine dei tabloid che sui tabelloni degli Slam, finchè nel 2008 un tremendo infortuneo alla spalla ne ha messo a rischio la carriera.
C’è voluto quasi un anno per rivederla nel circuito, ma non era più la stessa tennista, scomparso il servizio devastante, insicura nella corsa ma ancor più nello spingere sui colpi, sembrava un rientro come quello di Kuerten, destinato a concludersi con un ritiro definitivo.
Ma la tempra della Sharapova è forte, lo è tanto che la bionda siberiana non s’è persa d’animo, ha cambiato stile di vita, ha limitato i riflettori su di se e concentrandosi sul lavoro già nel 2010 è tornata su livelli di tutto rispetto riuscendo poi, nei primi mesi del 2011, a tornare tra le prime cinque al mondo, grazie al trionfo agli Internazionali d’Italia di Roma.
Ma come sempre accade quando si arriva ai Championships, anche quest’anno il piccolo miracolo tennistico si è verificato per lei e Maria ha ritrovato pian piano la tennista che era stata per tutto il 2004, servizio micidiale a quasi 200 km\h (roba che solo gli uomini e le Williams hanno saputo mostrare), corsa fluida e sicura, potenza e precisione nei colpi da fondo ma sopratutto grande determinazione.
Quest’anno, sui verdi campi di Sua Maestà, Wimbledon ha restituito una regina al tennis femminile, al dilà di come possa finire il torneo la certezza è una ed una sola, la Zarina Marija è tornata per restare e proverà a dimostrarlo in semifinale contro la Lisicki -a proposito, la teutonica dagli occhi di ghiaccio,anche lei di rientro ad alti livelli dopo un infortuneo importante alla spalla un annetto fa, continua il suo sorprendente cammino eliminando Marion Bartolì in tre set, riportando una tennista tedesca in semifinale dopo dodici anni dall’ultima finale raggiunta da Steffi Graf) dopo aver spazzato via l’impotente Cibulkova che tanto aveva impressionato eliminando la numero uno del tabellone Caroline Wozniacki.
L’altra semifinale vedrà opposte la numero quattro e la numero otto WTA, cioè Azarenka e Kvitova (già semifinalista la scorsa edizione di Wimbledon e battuta da Serena Williams) che di certo regalerà parecchie emozioni per l’intensità di gioco che entrambe riescono ad esprimere quando scendono in campo.
Oggi al via i Quarti Maschili, è il momento dei Beatles , è giunta l’ora di capire se Nole Djokovic - opposto alla giovanissima rivelazione Aussie Tomic – potrà aspirare al trono di Nadal sia in Wimbledon sia nel ranking ATP o se questi si confermerà dominatore assoluto.
E’ ora di verificare se quanto siano grandi le aspirazioni di King Roger Federer, amatissimo qui a Londra e dato da tutti non come terzo incomodo, ma come vero favorito del Torneo, ruolo non assegnato di certo ad Andy Murray, che tra i quattro pare il più debole e che dovrà prima riuscire a passare lo scoglio Lopez, per poter sperare di arrivare per la prima volta in semifinale ed incontrare Rafa.
Il leader mondiale, invece pare avere di fronte un avversario un pò meno ostico quale lo statunitense Fish (attuale numero Nove ATP), anche se vanno tenute d’occhio le sue condizioni fisiche, dopo il risentimento al tallone patito dallo spagnolo durante il match contro Del Potro che ne ha messo in dubbio fino all’utimo la presenza nella la partita odierna.
Insomma, incontri ricchi di spunti e che non mancheranno di riservare sorprese , quindi appuntamento alle 14.00 ora italiana sui court di Wimbledon, per assistere ad uno spettacolo senza precedenti.