Ha 24 anni ed è nata in una piccola cittadina del Connecticut, anche se ora vive ad Orange County in California. Scrive e legge libri e beve litri su litri di caffè. Schegge di Me è il suo romanzo d’esordio, nonchè primo di una trilogia pubblicat0 dalla HarperCollins nel 2011.
Sito dell’Autrice: Tahereh Mafi
Blog Ufficiale: Tahereh Mafi
Shatter me Series:
1. Shatter me, 2011 (Schegge di me, 2012)
2. Destroy me, previsto in lingua originale per ottobre 2012
3. Unravel me, previsto in lingua originale per maggio 2013
4. Quarto romanzo ancora senza titolo, previsto per il 2013
Titolo: Schegge di me
Autore: Lisa Desrochers (Traduttore: M. Martucci)
Serie: Serie Shatter Me, vol.1
Edito da: Rizzoli (Collana: //)
Prezzo: 17.00€
Genere: YA, Paranormal fantasy
Pagine: 365 p.
Voto:
Trama: 264 giorni segregata in una cella, senza contatti con il mondo. Juliette non può parlare con nessuno, e nessuno deve avvicinarla, perché ha un potere terribile: se tocca una persona la uccide. Agli occhi dell’organizzazione che l’ha rapita il suo potere è un’arma stupefacente, per lei è una maledizione. Un giorno però nella cella viene spinto Adam. Juliette non vuole fargli del male, così lo tiene a distanza. Ma Adam non sa del suo potere, e mentre lei dorme in preda agli incubi la prende tra le braccia per confortarla. Da quel momento tutto cambia, perché Adam, immune al tocco di Juliette, è l’unico che può accettarla così com’è. Insieme progettano la fuga, alla ricerca di un mondo che non la consideri più né un’arma né un mostro, ma una persona speciale, che con il suo potere può fare la differenza.
Recensione
by CriCra
La speranza è una tasca piena di possibilità.
Schegge di me. Io ho una maledizione. Io ho un dono. Questo è il titolo con cui l’autrice Tahereh Mafi esordisce con il primo libro della sua trilogia nelle librerie italiane – in inglese Shatter me.
La storia ci porta in un mondo distopico, un mondo ipoteticamente al tracollo totale dove il movimento della Restaurazione si è imposto come unica forma di governo. Tutti gli esseri viventi sono assoggettati a nuove regole e nuove leggi. Chiunque venga sorpreso a commettere una qualsiasi trasgressione, viene severamente punito o nei peggiori dei casi giustiziato.
Protagonista principale è Juliette, una diciassettenne reclusa in un istituto per malati di mente. Più che un istituto il posto si dimostrerà una vera e propria prigione dove maltrattamenti e abusi sono all’ordine del giorno. Juliette è rinchiusa da tanto tempo: nessuno le si avvicina, nessuno le parla, nessuno la tocca. Tutto il suo mondo, al momento, sembra essere racchiuso in quella squallida cella dove è stata confinata.
Respiro a fondo, vado alla finestra in punta di piedi e
schiaccio il naso contro il vetro freddo.
Il respiro ne appanna la superficie.
Chiudo gli occhi e ascolto il lieve picchiettio che fende in vento.
Le gocce di pioggia non smettono mai di stupirmi.
Mi stupisce il modo ostinato che hanno di cadere e inciampare l’una nell’altra,
di spezzarsi le gambe e precipitare senza paracadute
dal cielo per andare incontro a una fine incerta.
Il ritmo monotono delle giornate di Juliette viene interrotto dall’arrivo di un ragazzo, più o meno suo coetaneo. Adam è davvero carino, con gli occhi di un blu intenso a tal punto da riportare alla memoria di Juliette i ricordi di una precedente conoscenza. Tutto cambierà dopo questo loro incontro e moltissime domande troveranno le loro risposte. Faremo conoscenza di nuovi personaggi: chi starà dalla parte del bene e immancabilmente chi starà dalla parte del male. Il “cattivo di turno” sarà Warner, il comandante della Restaurazione, il quale farà di tutto per mettere i bastoni tra le ruote a Juliette e Adam.
Molte sono le particolarità che caratterizzano questo libro. Innanzi tutto la modalità di espressione nelle frasi: molto spesso sono brevissime e concise. Altre volte invece un concetto è ripetuto una, due o tre volte, come se l’autrice volesse fare in modo di imprimere maggiormente il significato. Un espediente forse d’effetto, ma a me ha dato l’impressione di una manovra per “allungare il brodo”.
A essere sincera, prima di iniziare a commentare questo libro, ho voluto dare uno sguardo in giro e leggere i commenti di chi lo aveva già letto. A molti è piaciuto, ad altri un po’ meno. C’è chi lo ha trovato abbastanza originale e chi invece lo ha trovato solo leggibile. Per quanto mi riguarda, l’ho trovato discreto. Juliette mi ha ricordato un po’ la figura del personaggio Rogue dei film X-MEN. Affascinante ma al tempo stesso letale per chiunque le sta attorno.
Un’altra caratteristica particolare che si trova nella trama è l’uso del carattere sbarrato:
Non ho mai avuto un amico.
Non ho mai conosciuto il conforto dell’abbraccio di una madre.
Non ho mai sentito la dolcezza racchiusa nel bacio di un padre. Non sono pazza.
Sinceramente non ho capito bene il senso dell’uso di questo stile. Forse è stato solo per fare scena, per creare maggior curiosità. O magari perché si voleva dare l’impressione di leggere un diario personale. Un documento dove ogni pensiero viene scritto, poi il suo autore ci ripensa e sbarra quello che non lo convince. Come a voler lasciare comunque una testimonianza visibile di ciò che si è cancellato. Datemi la vostra opinione in merito magari!
Per quanto riguarda la trama in sé, l’ho trovata stuzzicante man mano lo svolgersi degli eventi. La storia nascente tra Juliette e Adam è come un amore che risboccia dopo tanto tempo. Questa volta per i due ragazzi sembra arrivata l’occasione giusta per imparare a capirsi e conoscersi veramente. Prendere coscienza di loro stessi e comprendere qual’è il posto giusto dove stare, da quale parte è giusto schierarsi.
“Non hai idea di quanto abbia pensato a te. Quante volte ho sognato” sospira
“quanto volte ho sognato di starti così vicino” Fa per passarsi una mano tra i capelli ma cambia idea.
Abbassa lo sguardo. Lo solleva. “Dio, Juliette, ti ho seguita dappertutto.
Tu sei l’unica cosa buona rimasta in questo mondo.”
Ho trovato la caratterizzazione dei luoghi e dei personaggi molto esaustiva. Il tutto condito da un metodo linguistico rasente la pura prosa poetica. I sentimenti e le emozioni sono davvero intensi. Riesci a comprendere quanto per loro sia stata una vita dura, difficile, nella quale non hanno mai avuto la possibilità di costruirne una vera e normale. Una vita in cui anche un sorriso espresso per la prima volta appare come un fatto straordinario.
“Credo che sia la prima volta che ti sento ridere.”
È la dura verità, e non posso che rispondere sinceramente.
La curva del mio sorriso si trasforma in una linea diritta.
“Le risate nascono dalla vita.” scrollo le spalle, mi sforzo di ostentare indifferenza.
“ E non avevo mai vissuto davvero, prima di adesso.”
In conclusione, posso dire che come inizio trilogia l’impressione finale è positiva. Inoltre, se si fa attenzione, ci si rende conto di come l’autrice abbia celato nelle pagine un messaggio subliminale di profondo valore umanitario. Tutto in stile Michael Jackson: Heal The World. Make a Change. Solo la prospettiva che un mondo come questo possa manifestarsi in futuro, è a dir poco agghiacciante.
“ Cambiare le cose è ancora possibile.
Le persone muoiono… gli animali muoiono…
Le piante avvizziscono perché innaffiamo la terra con sostanze chimiche
nocive anche per noi.
Ma possiamo correggere tutto.”