Sheila è una studentessa al terzo anno della facoltà di Scienze della Formazione. Lo scorso anno ha svolto un tirocinio molto interessante all'interno del carcere di Perugia. Un esperienza del genere mi è sembrata molto importante, dal punto di vista formativo ed allo stesso tempo forte e dura da digerire. Queste sono le motivazioni che mi hanno spinto ad intervistarla.
B. ciao Sheila, intanto complimenti per il coraggio dimostrato ad accettare e portare avanti un tirocinio così duro da un punto di vista emozionale. La prima domanda che vorrei farti riguarda le modalità con le quali tu sei stata introdotta nel carcere di Perugia?
S. circa due anni fa cercai di entrare nel mondo del carcere con il volontariato, ma i dirigenti mi dissero che per fare il vonotariato in carcere era molto difficile in quanto si dovevano presenatre molti documenti per certificare di non avere nessun parente in carcere e roba simile. Decisi così di aspettare il terzo anno dell'università per svolgere il tirocinio in carcere. Ovviamente con l'università le procedure sono state molto veloci anche se anche qui all'inzio mi dissero che era molto difficile che il carcere accettasse dei tirocinanti.
B. Quale è stato il tuo primo impatto con questa realtà così dura?
S. bhè.. posso ben dire che il primo impatto con il carcere è stato molto forte. Penso che tutti sappiano (anche vedendo i film) che il carcere è una realtà dura, ma trovarsi direttamente lì è una cosa indescrivibile per quanto ti puoi prepare psicologicamente rimane comunque un'emaozione che ti colpisce e lì ti rendi conto di quanto sei fortunata a decidere/organizzare la tua giornata.
B. Come si svolge la giornata all'interno del carcere?
S. Il carcere offre la possibilità a chi volesse di partecipare a delle attività (laboratori) di ogni tipo, hanno anche la possibiltà di acquisire titoli di studio come la licenza di 5°elementare e il titolo di 3° media. Quindi per circa 2-3 ore hanno la giornata occupata.. ma il restante delle ore??? o leggono alcuni libri che il carcere dispone o guardano la televione poichè in ogni cella vi è un televisore acceso solo per un tot di ore. Posso quindi dire che la condizione dei detenuti non è pessima, ma ciò non significa che i detenuti si trovino in una condizione accettabile in quanto gli viene tolta la cosa primaria: la libertà di decidere della loro giornata, la libertà di vedere i proprio familiari.
B. Come si è svolto il tirocinio?
S. Il tirocinio si è svolto nel migliore dei modi poichè ho potuto vedere la parte negativa del carcere e la parte positiva. Ho avuto inoltre la possibilità di notare i ruoli di ogni figura presente all'interno del carcere, partendo dagli educatori, assistenti sociali, pscicologi, agenti. Ogni mattina io e gli educatori andavamo a fare i primi ingressi ovvero andavamo a parlare con i nuovi giunti da fuori e con quelli provenienti da un altro carcere d'Italia. Dopo di che ci dirigevamo verso gli uffici a rispondere alle emil e a occuparsi di tutta la parte burocratica.
B. Vuoi parlarci un po' dei lati positivi e di quelli negativi?
S. bhè... tra i lati negativi c'è sicuramente il fatto che molti carcerarti che si trovano lì solo per espulsione (a mio parere l'espulsione NON è UN REATO DA CARCERE!!!!!) vengono messi in cella con chi veramente ha motivo di stare lì. Voglio dire che questi detenuti espulsi, per la maggior parte giovani uomini, stanno in cella con chi ha commesso un reato molto più grave dell'espulsione come: omicidio, furto, traffico di sostanze stupefacendi ecc.ecc. E questo sicuramente non è una bella organizzazione carceraria poichè questi carcerati posso in un certo senso "apprendere" questi mestieri e in questo modo lo Stato italiano non fa altro che incentivare il delinquere! Un altro lato negativo è la carenza della Polizia Penietnziaria e in particolar modo la carenza del personale che si occupa del tratttamento dei detenuti! Fortunatamente il lato positivo è che il personale, nonostante la carenza, opera nei milgiori dei modi; e questo sicuramente è un buon segno!!! Poi posso ben dire che gli educatori cercano in ogni modo di alleviare la sofferenza dei detenuti organizzando sempre delle attività interessanti!
B. bene Sheila, domani uscira il tuo articolo che parla dei bambini che vivono all'interno del carcere. Vuoi fare una premessa?
S certamente. Stando in carcere per quasi tre mesi ho avuto la possibiltà di vedere quella parte un po' nascosta e per un certo senso un po' riservata del carcere: i "bambini reclusi" Credo che questo sia stata la situazione che mi ha più colpito. Non è facile vivere in carcere, tanto meno per dei bambini piccolissimi di 0 - 3 anni.
COMMENTI (1)
Inviato il 31 marzo a 15:27
non vedo il motivo di tutto questo stupore e addirittura di questa intervista come se questa ragazza fosse una star. in Italia siamo in tanti a fare il tirocinio universitario in carcere!!! personalmente, il mio è durato 6 mesi (altro che "quasi 3"!!!) e, ohibò, non ho rilasciato interviste......inoltre, vorrei far notare all'intervistatore che non serve proprio nessun coraggio, non si entra mica nella gabbia dei leoni!!!