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Shelter 2 – Linci alla riscossa

Da Videogiochi @ZGiochi
di Martina "Ryot4" Fargnoli

Might and Delight con il primo Shelter aveva proposto un gioco atipico in cui vestire i panni di una mamma tasso alle prese con la propria cucciolata. Difesa della prole, nutrimento, e tutti quei piccoli compiti che in un modo o nell’altro ti fanno affezionare a quegli affettuosi poligoni chiamati figli. La linearità del titolo obbligava ad un’esperienza contenuta, di breve durata, ma comunque dotata di qualche picco interessante. Shelter 2 dovrebbe sulla carta presentare un raffinamento e un aggiustamento dei punti sottotono. La più grande introduzione è quella di una sorta di mondo aperto che dia l’idea di un gioco maggiormente simulativo. Abbandonati gli onnivori tassi, l’esperienza si apre controllando una lince in cerca di un rifugio dove partorire, braccata al tempo stesso da un gruppo di lupi.

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un pugno di mosche

Il ritmo incalzante, la corsa forsennata con gli ululati sul collo e qualche scena evocativa di notte facevano ben sperare per un seguito più dinamico. Trovato il rifugio e dato alla luce i piccoli ci si è presentata la possibilità di cambiargli anche nome, un modo semplice per creare un legame di ancor più attaccamento e per rendere facile il loro riconoscimento all’interno della genealogia. Quest’ultima è una nuova funzione che oltre a mostrarci il nostro albero genealogico ci fa tenere d’occhio le varie discendenze. A differenza di Shelter, in Shelter 2 i cuccioli ormai diventati grandi potranno andare a formare una loro famiglia. Il primo compito è quello di cacciare per portare nutrimento ed è quasi la totalità di ciò che ci verrà chiesto di fare. Per la prima volta si apre davanti ad i nostri occhi una vasta distesa da percorrere camminando o sfruttando l’abilità di corsa. Un indicatore di stamina ci indicherà quanta energia ancora ci resta e quando è meglio fermarsi un attimo a riposare o fare uno spuntino. Con la semplice pressione di un tasto potremmo entrare in un modalità simile a quella detective dei Batman di Rocksteady, dove in questo caso lo schermo si desatura e le prede vengono evidenziate in rosso. Nessuna direzione obbligata da prendere, perché il tempo viene inesorabilmente scandito dalla crescita dei cuccioli e tutte le zone intorno a noi possono essere esplorate con l’unico obiettivo di garantire la sopravvivenza nel migliore dei modi che crediamo. La penuria di prede se da un lato esalta il realismo di una situazione complicata, dall’altro non si sposa benissimo con i nuovi ampi spazi dove non sembra esserci molta vita e i minuti passano tra uno sbadiglio e l’altro. Meccaniche semplicissime e ridotte all’osso accompagnate da ben poca attività potrebbero essere l’ostacolo maggiore per chi già non aveva gradito il precedente capitolo e sperava in qualcosa di meno fugace e più sostanzioso. Un’altra differenza è che se prima i tassi erano esposti a molti più pericoli e il senso di incombente pericolo era sempre dietro l’angolo, la lince è un predatore quasi dominante all’interno dell’opera di Might and Delight, dovrà soltanto fare attenzione a gruppi di lupi. La vera sfida quindi viene dalla capacità di cacciare, seguendo l’istinto per orientarsi nella tundra. L’esperienza dura poco o più due ore, volendo la si può arricchire “andando a caccia” di collezionabili.

Less is more

Abituati come siamo ormai a guardare ogni minimo pixel di superfluo dettaglio, lo stile low poly adottato dalla serie può far storcere il naso a chi si ferma alle apparenze, ma cattura al meglio l’idea di semplicità e di natura primitiva che vuole convogliare. Uno stile che ricorda la carta di giornale ritagliata a cui è stato dato un tocco pastello. Maggior cura e attenzione è stata dedicata ai paesaggi, ora più vari e meno standardizzati anche grazie all’impatto maggiore che hanno le condizioni atmosferiche al mutare delle stagioni. Rivoli e laghi dove si specchia il sole, solidi e attraversabili al calare delle temperature; vegetazione che varia dall’arido pattern terroso e brullo, al lussureggiante e acceso verde delle foreste. Non è raro fermarsi ad osservare il panorama e più di una volta ci siamo lasciati catturare dalla struttura open world incuriositi dalle bellezze ricreate. Anche il sonoro fa al meglio il suo lavoro, tenendoci sempre informati sullo stato di salute dei nostri cuccioli e dei pericoli circostanti, così come le musiche che accompagnano gli eventi di gioco calzano a pennello nelle situazioni proposte.

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