Trama: in questa sua seconda avventura, Holmes si trova a dover fronteggiare il geniale e malvagissimo professor Moriarty, responsabile di un complotto che mira a cambiare il corso della storia.
A differenza di quanto accaduto con il primo capitolo, questa volta la lacuna è stata colmata prima del previsto, e la visione di questo "Gioco di ombre" ha confutato la mia teoria secondo cui, con buona pace di tutte le nuove tecnologie collaterali, alcuni film vanno visti esclusivamente in sala. Questo secondo Holmes è sotto diversi aspetti, decisamente migliore del primo. La trama è più sfaccettata. In "Gioco di ombre" assistiamo ad un complotto internazionale in cui compaiono diversi strepitosi personaggi, su tutti l'altrettanto geniale fratello di Sherlock Mycroft, e che fa da sfondo a quello che sembra essere soltanto il primo scontro tra Holmes ed il professor Moriarty; una partita a scacchi tra il grande genio investigativo e la sua nemesi, in cui Holmes trova finalmente un degno avversario capace di metterlo anche in difficoltà. Ad una vicenda più complessa corrisponde un aumento degli scenari dove la vicenda è ambientata.
Ma ciò che funziona sempre meglio sono i due protagonisti.
Downey Jr. e Law se la intendono a meraviglia, e si vede benissimo. Quello tra i due è un meccanismo ben oliato, degno delle migliori coppie comiche hollywoodiane; i loro duetti sono momenti di raffinato spasso, il cui punto più alto viene toccato dalla sequenza in treno, teatro di quella che sarebbe dovuta essere la luna di miele del povero, ma quanto meno finalmente maritato, Holmes.
Se i due interpreti principali fanno scintille, anche gli altri attori non sono da meno.
Jared Harris, che pare abbia sconfitto colleghi più blasonati del calibro di Brad Pitt, è un Moriarty glaciale e privo di qualunque senso morale, mentre il grande Stephen Fry è perfetto nei panni dello strampalato e molto molto british Mycroft. Bene anche le signore, la brava Noomi Rapace nei panni della zingara Sim e Kelly Reilly in quelli di Mary, simpatica signora Watson.
Puro svago ma di altissimo livello questa volta, con un finale pronto per un eventuale, e probabile visti gli incassi, terzo capitolo che speriamo dia una degna conclusione alle avventure del grande investigatore.