Chi non conosce, almeno per sentito dire, le gesta di Sherlock Holmes narrate nei famosi libri di Sir Arthur Conan Doyle? Su questo personaggio sono stati fatti molti film, l’ultimo in ordine temporale di Guy Ritchie, dallo stile moderno anche se ambientato nel periodo dei romanzi.
Adesso il famoso e perspicace investigatore e il suo fido aiutante Watson sono rivisitati in chiave moderna da una serie inglese creata da Steven Moffat e Mark Gatiss (Jekyll, Doctor Who). A differenza del film di Ritchie, però, le vicende narrate sono ambientate ai giorni nostri, Holmes usa il palmare (possibilmente quello di Watson), manda sms, usa il satellitare per tracciare le posizioni e al posto della pipa fa uso di cerotti alla nicotina (tre alla volta preferibilmente).
La mineserie composta da 3 episodi di 90 minuti ciascuno, andrà in onda su Joi di Mediaset Premium a partire da Venerdì 18 febbraio alle 21.
Nel primo episodio conosceremo inizialmente Watson, medico dell’esercito che usa un bastone per camminare, ferito in Afghanistan durante la guerra. In difficoltà economica andrà in cerca di un compagno di appartamento con cui dividere le spese dell’affitto e tramite un amico comune farà conoscenza con Sherlock Holmes che da pochi elementi grazie al suo ormai famoso metodo deduttivo capirà molte cose su di lui e persino sulla sua famiglia. I due decidono di vivere assieme nel famoso appartamento al 221b di Baker Street. Sherlock aiuta – gratuitamente – la polizia a risolvere i casi più disperati, e poichè ritiene di aver bisogno di un assistente, coinvolge Watson nelle sue investigazioni. I due indagano su quattro misteriosi casi di apparenti suicidi, ma la curiosità e la voglia di sfida di Sherlock lo portano a rischiare la pelle pur di scoprire chi sta dietro questo mistero.
Sherlock Holmes è interpretato da Benedict Cumberbatch (Stephen Hawking nel film tv 2004 della BBC sulla vita del celebre matematico e astrofisico), mentre Watson da Martin Freeman (l’attore di Love Actually e di Guida galattica per autostoppisti)