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Uscito fisicamente il 21 Marzo 2012 in Corea, e in tutto il mondo in versione digitale il 19 Marzo, questo quarto mini-album segna il ritorno degli SHINee in Corea dopo un’assenza di 1 anno e qualche mese per la promozione giapponese. Un mini-album interessante, con nuove melodie per il gruppo, ma che forse non convincono pienamente l’ascoltatore. Alla fine del mese di Marzo il disco aveva già venduto più di 135.000 copie solo in Corea.
La title track Sherlock (Clue+Note) è l’unione fra due canzoni diverse fra loro, che sentiremo più avanti nel disco. Una traccia particolare, misteriosa ma movimentata e orecchiabile che ci riporta un po’ verso i brani di inizio carriera per quanto riguarda lo stile. La performance dei 5 ragazzi è più potente che mai, e si riprende finalmente dalla incerta performance del primo album giapponese. La prima delle canzoni che forma Sherlock è Clue che forma la parte essenziale della title track. Il ritornello ovviamente senza l’aggiunta dell’altra canzone suona spoglia e perciò non riesce a prendere molto l’ascoltatore, nonostante abbia comunque un sound particolare e nuovo. La seconda parte della canzone promozionale è Note e la sua versione separata da Clue è qualcosa di veramente triste e povero, se non per il ritornello, il resto della canzone non ha spinta e potenza. Fortunatamente la sua breve durata la rende meno ripetitiva della traccia precedente. Alarm Sigye è composta da Jonghyun e Minho, e al contrario da quanto ci si potrebbe aspettare, il brano è calmo e la sua melodia sensuale ha un lieve rimando al soul. Una melodia da suonare in un bar per intrattenere, e le voci dei ragazzi fanno il loro bel lavoro. La classica ballata non può mancare, e dunque il quinto brano del disco, The Reason, ci offre forse la seconda perla del disco, e uno dei pezzi più belli del gruppo. La melodia è elaborata grazie all’ampio utilizzo di strumenti digitali, ma in ogni caso che lascia spazio alle voci, che finalmente possono far sfoggio delle ottime qualità vocali. La sesta canzone è la versione coreana dello omonima canzone contenuta come bonus track nel loro primo lavoro nipponico. Una traccia movimentata che rende molto di più in questa lingua, un’ottima canzone che senza problemi sarebbe potuta diventare una traccia promozionale. Non è forse così potente per essere ballata, ma musicalmente è un buon lavoro, specialmente nel contesto del disco. A chiudere, e forse era meglio non chiudere, troviamo l’acustica Honesty, traccia che con questo mini-album non ha niente a che fare. Una canzone carina, dolce e rara nella discografia del gruppo. Una canzone che avrebbe fatto un figurone in un album diverso, ma che in questa situazione perde di atmosfera e bellezza.
Tutto sommato devo dire ci troviamo davanti, vocalmente e musicalmente parlando, ad uno dei migliori mini-album del gruppo, anche se per certi versi è incompleto e disomogeneo. In Corea si sente che il gruppo è a suo agio, è questo lavoro ne è una chiara dimostrazione, a differenza di THE FIRST, che pur essendo un album, dunque più completo, dava un effetto meno sicuro e convincente di quest’ultimo lavoro.
Voto: 7-