Shining

Creato il 16 marzo 2013 da Misterjamesford
Regia: Stanley KubrickOrigine: USA, UKAnno: 1980Durata: 116' (146')



La trama (con parole mie): Jack Torrance, uno scrittore al lavoro su un nuovo romanzo, accetta l'incarico come custode per la stagione di chiusura dell'Overlook Hotel, una struttura isolata tra i monti, approfittando della cornice per trovare il tempo e la concentrazione adatti per mettersi alla scrivania. Con lui ci sono la moglie Wendy ed il figlio Danny, bambino estremamente sensibile ed in grado di percepire qualcosa che va ben oltre questo mondo, uno "shining" che gli permette di oltrepassare un confine invisibile e che fin dal primo incontro lega il piccolo ad un veterano dell'Overlook, il cuoco Dick Halloran.I Torrance rimangono dunque soli, ma dopo un inizio nella perfetta normalità l'equilibrio finirà per spezzarsi, terribili visioni cominceranno a tormentare Danny e Jack darà segni sempre più evidenti di una follia omicida che già in passato segnò il destino dell'Hotel.

Esistono pellicole che non avrebbero neppure bisogno di presentazione, recensioni o post che le introducano al pubblico, tanto famose e note sono rispetto alla massa da blockbuster o ai radical chic di nicchia estrema: Shining è senza dubbio una di esse, ennesima prova straordinaria del Maestro Stanley, che con l'inizio degli anni ottanta si cimenta in un genere che ancora non aveva toccato lasciando un segno profondo di quello che sarebbe stato il suo passaggio.
Adattando e rimaneggiando di molto l'omonimo romanzo di Stephen King - che non apprezzò, folle, la versione kubrickiana, sceneggiando di persona una trasposizione orribile e di stampo televisivo una quindicina d'anni dopo -, il vecchio Stan regala all'audience un film che è l'ennesima sinfonia, un gioco di simmetrie ed un manuale di tecnica cucito come un vestito addosso ad una riflessione sul Male e la sua presenza nel cuore dell'Uomo.
Il Jack Torrance di Nicholson - che regala un'interpretazione unica e straordinariamente sopra le righe - è lampi di follia alternati ad una sorniona quiete che dalla bottiglia porta il protagonista ad affrontare se stesso ed il Tempo - quasi fossimo in una versione distorta e sanguinosa del finale di 2001 -, un lupo neppure troppo celato alla caccia dei due agnelli - la moglie Wendy, una Shelley Duvall che dovette affrontare un esaurimento nervoso proprio a seguito della lavorazione del film, ed il piccolo Danny - nel cuore di un labirinto dell'anima che avrebbe esaltato anche il genio di un altro grande Maestro, David Lynch.
Ricordo quanto, da bambino, questo film riuscisse a terrorizzarmi, mescolando l'espressività inquietante del giovanissimo "Doc" di fronte alle visioni scatenate in lui dall'Overlook e alle sue quasi coetanee uccise e fatte a pezzi dal padre in una situazione speculare alla sua tempo prima, il sangue a fiumi pronto ad invadere i corridoi del gigantesco albergo e le lunghe carrellate incollati al triciclo dello stesso Danny, una sorta di danza attorno ai segreti della stanza duecentotrentasette.
Ancora oggi la visione di Shining riesce a turbare e lasciare libero più di un brivido a scorrere lungo la schiena, fino alla base del collo, eppure con il tempo - o all'interno del Tempo - l'ennesimo colpo di genio del Nostro è divenuto più terrificante di quanto non l'avessi visto allora, con gli occhi e l'ingenuità di un ragazzino alla ricerca del terrore e dello spavento: Shining è una lotta per la sopravvivenza, il confronto - pur se esasperato - tra l'innocenza e la freschezza e l'oscurità ed una maturità distorta, il ritratto perfetto di quanto accadde, accade e purtroppo accadrà in tanti Overlook anche e decisamente più circoscritti dell'immensa struttura che Jack progressivamente assume come suo personale territorio di caccia.
Shining è un quadro allucinato e disperatamente reale di quello che è il Male pronto a divorare non soltanto chi lo porta dentro, ma anche e soprattutto le prime vittime possibili, una sorta di versione esplosiva su pellicola dell'incontro tra la psicologia e la violenza domestica: la furia di Torrence, che da "il mattino ha l'oro in bocca" a "sono il lupo cattivo" ferisce con le parole e con l'accetta, è una tempesta che non risparmia nessuno, neppure colui che la scatena, risucchiato in un maelstrom di epoche e visioni che si incrociano andando a formare un ponte che passa dalla velocità di curvatura del già citato 2001 alle inquietanti atmosfere che saranno proprie dell'ultima, grande prova del Maestro, vent'anni dopo questa ennesima perla regalata alla settima arte.
E nelle svolte incrociate del cuore nero della nostra umanità, Kubrick non risparmia nulla ai suoi spettatori, sempre pronto - pur se, in questo caso, avvalendosi di meno ironia del solito - a ricordare che le antiche leggende spesso sono ritratti di contemporanee verità volutamente celate per la paura di scoprire quanto terribili e predatori possiamo indiscutibilmente essere o divenire.
Shining è la paura.
L'orrore, per citare un altro grande Capolavoro del Cinema.
L'orrore del Tempo, di una mente vuota che è l'anticamera di un cuore di tenebra, del sangue versato tra le mura domestiche, dei vecchi miti che vedono genitori divorare i propri figli e lupi banchettare con gli agnelli.
"The silence of the lambs", come si dirà una decina d'anni dopo.
E non tutti gli agnelli hanno uno shining pronto a difenderli.
Resta solo da sperare che visioni come questa possano risvegliarlo in cui non ha ancora avuto la possibilità di mettersi in salvo.
MrFord
"I, I can't get these memories out of my mind,
and some kind of madness has started to evolve.
(ma-ma-ma-ma-ma-ma-ma...)
I, I tried so hard to let you go,
but some kind of madness is swallowing me whole, yeah
(ma-ma-ma-ma-ma-ma-ma...)."
Muse - "Madness" -

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