di Gaetano Vallini È sempre azzardato avvicinarsi alla figura di un efferato criminale per cercare di comprenderne le ragioni. E lo è ancora di più se la persona si è macchiata del più orrendo dei crimini: aver preso attivamente parte allo sterminio degli ebrei. Ma la giornalista Dominique Sigaud, pur consapevole del rischio, accetta la sfida e sceglie di calarsi nientemeno che nella vita del comandante dei campi di sterminio nazisti di Sobibór e di Treblinka. Il risultato di questa ricerca è racchiuso nel libro Il caso Franz Stangl (Firenze, Clichy, 2014, pagine 185, euro 15).Nato in Austria nel 1908, arruolato nella Gestapo dopo l’Anschluss, l’annessione dell’Austria al Terzo Reich, Stangl fa una carriera rapidissima che lo porta a diventare prima sovrintendente, poi luogotenente del programma T4 per lo sterminio dei disabili, e infine comandante dei campi di Sobibor e Treblinka. Dopo la disfatta riesce a fuggire prima in Italia e quindi in Brasile: ventidue anni di anonimato, fino all’arresto nel 1967, cui seguono l’estradizione in Germania, il processo, la condanna all’ergastolo. Poco prima di morire, nel carcere di Düsseldorf l’ex ufficiale rilascia una lunga intervista a Gitta Sereny, giornalista inglese che sta preparando per il «Daily Telegraph» articoli sui processi ai criminali nazisti. Ed è da qui che Sigaud prende le mosse per la sua indagine. È il 27 giugno 1971. La cronista rivolge ancora a Stangl domande sul suo passato, sulle sue responsabilità e questi ribadisce per l’ennesima volta che non ha «fatto del male a nessuno, intenzionalmente». Una linea difensiva nota, adottata da altri carnefici nascostisi dietro il classico: ho solo eseguito gli ordini, ero solo un burocrate. Come Eichman. Questa volta però Sereny non pungola Stangl come in altre occasioni; resta in silenzio, a lungo. All’improvviso l’uomo riprende la parola: «Ma ero lì. E perciò sì... in realtà condivido la colpa». Una frase fondamentale; «ci aveva messo trent’anni per pronunciarla», chiosa Sigaud, che però resta colpita soprattutto dal successivo: «Non ho più speranza».«Non le aveva mai pronunciate, non aveva mai ritenuto di doverlo fare, aveva fatto di tutto nella sua esistenza per scacciarne anche solo l’idea», scrive Sigaud, che aggiunge: «Nella sua esistenza tutto aveva portato al mantenimento di uno scarto il più ampio possibile fra le parole e i fatti», costruendo attorno a sé un mondo di finzione dietro il quale nascondere l’orribile realtà e mantenere una speranza di normalità, oltre che di futuro. Quel futuro che aveva negato a novecentomila ebrei. Ma l’autrice coglie in quel dubbio finale qualcosa di nuovo e diverso da quanto detto da tanti altri criminali nazisti. Perciò vuole capire e ricostruire il percorso di quest’uomo, la coerenza e la metodicità di un funzionario della follia, seguendolo fin dentro l’abisso. Con inquietudine Sigaud ci conduce in una ricerca quasi ossessiva, che non si accontenta di facili risposte, ma si addentra nei dubbi profondi, in quell’inspiegabile meandro della psiche che rende possibili e accomuna tutti gli episodi più sconvolgenti della storia recente. Franz Stangl diventa così il paradigma di tutti quegli uomini che «impeccabili, sull’attenti, si schierano dalla parte della catastrofe».
«Il caso Franz Stangl» di Dominique Sigaud
Il protagonista del libro diventa il paradigma di tutti coloro che impeccabili e sull’attenti si schierano dalla parte della catastrofe
Magazine Cultura
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Il food trucks a New York, Barcellona e Parigi
La nuova moda è arrivata e le protagoniste sono furgoncini e carovane meravigliose. Stiamo parlando dei food truck, ovvero cibo di prima qualitá sulle... Leggere il seguito
Da Witzbalinka
CULTURA, VIAGGI -
La vetrina degli incipit - Giugno 2015
L'incipit in un libro è tutto. In pochi capoversi l'autore cattura l'attenzione del lettore e lo risucchia nel vortice della storia. Oppure con poche banali... Leggere il seguito
Da La Stamberga Dei Lettori
CULTURA, LIBRI -
Stasera alle 23 su La7 Drive di Nicolas Winding Refn
Anno: 2011Durata: 95'Distribuzione: 01 DistributionGenere: AzioneNazionalita: USARegia: Nicolas Winding RefnDrive è un film del 2011 diretto da Nicolas Winding... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Luci e ombre di Calabria
Sono "emigrante". Nel senso che sono emigrata alla fine degli anni Novanta dalla Calabria al Lazio. Sono una di quegli emigranti senza il richiamo forte delle... Leggere il seguito
Da Luz1971
CULTURA, LIBRI -
It's the books, stupid! Reading is sexy in New York. Greenwich Village bookstores
#itsthebooksstupid: inciampare nei libri viaggiando - clicca qui per leggere le parti precedenti. Reading is sexy, and an integral part of the culture in New... Leggere il seguito
Da Bourbaki
CULTURA -
Jurassic World - senza spoiler
Comprate il biglietto. Entrate in sala. Appena si spengono le luci spegnete il cervello. Non chiedete. Non pensate. Non dubitate. Allora Jurassic World sarà un... Leggere il seguito
Da Flavio
CINEMA, CULTURA, FUMETTI, LIBRI