Siccome sono stanca marcia e ho avuto una giornata in cui si sono susseguite cazzate su cazzate condite da una sana dose di assurdità miste, ho deciso di scrivere un post in cui parlo -siccome non sono più in grado di connettere nemmeno chi sono e cosa faccio- di un autentico film sconclusionato e senza senso.
Il film in questione è Shoot’em up. Non l’ho visto tutto fino alla fine perché era troppo anche per una abituata a guardarsi l’inguardabile come me, perciò la mia sarà una valutazione determinata da fattori arbitrari.
Partiamo dal cast: Clive Owen, Paul Giamatti e Monica Bellucci. Si, Monica Bellucci, la donna italiana più figa del mondo nonché la peggior attrice vivente (ah no, scusate, ho dimenticato Violante Placido). Essendo però bellissima anche dal punto di vista di una donna, chissenefrega se non sa recitare, le si può perdonare il “dettaglio”. E poi non ha paura ad interpretare ruoli assolutamente brutti e denigranti come quello che interpreta in questo film: una puttana di quelle peggio scafate.
La trama ha di mezzo un bambino abbandonato, donne chiuse in un appartamento per fare figli come forni da pasticceria e gente cattiva che non muore mai. Clive Owen è un tipo che amava la Bellucci e non ho capito comeperché ma si ritrova a difendere un neonato abbandonato assieme alla prostituta. Lo so, la trama non ha senso, così come tutto il resto del film: il bambino che per l’80% del film è interpretato da un bambolotto di plastica e da un programma presumibilmente craccato di computer grafica pessimo, Clive Owen che compie acrobazie inverosimili che nemmeno Hulk Hogan senza mai schiantarsi contro un muro di cemento armato, Monica Bellucci che si doppia -male- parlando con accento umbro stretto per dare l’idea della donnetta ignorante diventata prostituta fino ad arrivare all’improbabile quantità di pallottole che Owen spara con una sola arma che ne dovrebbe contenere dodici.
Come in ogni film con la Monica Bellucci, lei deve fare all’ammore con qualcuno, altrimenti non è valorizzata la sua capacità di attrice (ehm ehm ehm): passi fare sesso con Scamarcio su una sedia a rotelle, passi fare sesso con il compagno/marito Vincent Cassel mentre sono due spie e blablabla, ma fare sesso con Clive Owen mentre lui spara ai cattivi che di conseguenza gli sparano addosso NO. NO, vi p-r-e-g-o. Non tentare, regista, di imitare l’immenso Quentin a livello di assurdità perché: 1) non hai lo stile 2) non hai i soldi 3) anche se c’avessi i soldi per potertelo permettere, non sai proprio fare, quindi mettiti a fare il fruttivendolo a Porta Portese il sabato. La scena, sentitissima, riprende i due che fanno sesso (con evidenza sulle tette della Bellucci, divina pure quando recita male), quando entrano i cattivi e sparano. Clive Owen, che probabilmente dopo aver girato questo film si è ritirato per due anni in Tibet come un piccolo Buddha a fare penitenza, non si può comportare, in questo film veramente avanguardista, come un uomo normale e quindi staccarsi dalla Bellucci per uccidere i cattivi. No. Lui continua a fare sesso imperturbabile peggio di quel bel figliolo di Daniel Craig nel ruolo di James Bond, se la rotola qua e se la sbatte là con lei che accompagna il tutto tramite versi al limite dell’inverosimile mentre il bambino frigna nella vasca da bagno.
Fosse questa la scena peggiore, va bene, la posso sopportare, ma il regista non poteva fermarsi a una sola scena tremendamente brutta, aveva la necessità di realizzarne più d’una; quindi ecco la scena in cui lui, piegato sul bambino, gli mostra una pistola e il suo funzionamento mentre il bimbo (palesemente realizzato in grafica 3D, cristoddio) sorride bonario. Poi, ancora: il bambino si addormenta solo ascoltando musica metal, quindi perché non mettergli due cuffie stereo per addormentarlo mentre i due si infilano in un localaccio malfamato (soliti metallari brutti e cattivi, tanto per cambiare) per scoprire che fine ha fatto la presunta madre del bambolotto.. ehm, bambino. Meno male che Owen, Giamatti (perché Paul? Perchè??) e Bellucci si rendono conto di stare realizzando un film davvero brutto e quindi, con questa consapevolezza nel cuore, recitano. Dialoghi orrendi, oltretutto.
La domanda vera, a un certo punto, sorge: perché? Le risposte ci sono tutte, le motivazioni si concentrano tutte sulle zinne della Bellucci e sul suo corpo da urlo, nonché sulla gnoccaggine di Clive Owen, sul fatto che ogni tanto bisogna che qualcuno giri un film del cazzo così a tutti viene voglia di vedere bei film e via dicendo.
Il film era in onda su MTV. Effettivamente, sarebbe stato sufficiente specificare subito questo fondamentale dettaglio per dare un’idea chiara del tipo di film che ci si trova davanti. MTV, su cui passano quella brutta serie di Diario di una nerd superstar, 16 anni e incinta (ovvero: madri cristianofobiche che non vogliono abortire) e altre porcherie atte a sterilizzare completamente il cervello dell’adolescente medio di adesso. Punto. Amen.
A quanto pare, Mymovies non è d’accordo con me, e quindi vi riporto l’opinione del sito di cinema, che bene o male rispecchia quella di chi ha visionato il film (mah).
Smith, all’apparenza un uomo normale con una curiosa passione per le carote, salva la vita ad un neonato durante la sanguinosa esecuzione della madre da parte di misteriosi killer: il gesto benefico avrà per lui conseguenze imprevedibili, visto che il vero bersaglio degli assassini è proprio il piccolo, al centro di un complotto internazionale, ma Smith ha un talento particolare nel maneggiare le armi…
Incredibile a dirsi nell’anno 2008, ma i film d’azione possono ancora stupire per originalità. Shoot’ em up si candida infatti a ruolo di pellicola “cult” per le generazioni a venire e assurge al ruolo di paradigma col quale confrontarsi per tutti coloro che volessero cimentarsi nella realizzazione di action-movies in futuro. Godibile e divertentissimo fin dalla prima sequenza, Shoot’ em up è un concentrato di adrenalina e humour noir, un videogioco (di ottima qualità) fatto film e, soprattutto, una serie quasi infinita di trovate grottesche e buone, ottime intuizioni su come tenere alto il ritmo dell’azione.
Michael Davis, regista dalla carriera piuttosto anonima finora, capisce che il gioco è bello se dura poco e ha la brillante idea di far calare il sipario prima che l’idillio tra pubblico e protagonisti finisca. Qualcuno potrà obiettare che, di fatto, Shoot’ em up reiteri la stessa sequenza all’infinito, ma è proprio nel proporre la stessa pietanza cucinata in modi diversi che la pellicola trova il suo punto di forza.
La violenza è ovviamente presente in dosi quasi dopanti, ma è talmente finta e paradossale che è impossibile che qualcuno possa prenderla seriamente (su questo, chiaramente, non mettiamo la mano sul fuoco…). Eccellente il cast: Clive Owen, perennemente imbronciato e cinico dalla battuta facile, offre la sua prestanza ad un ruolo che sembra ritagliato apposta per lui, Paul Giamatti, sempre adorabile, tratteggia un cattivo venuto fuori dai cartoni animati di Hanna & Barbera, sempre sconfitto ma mai domo e persino Monica Bellucci, che interpreta “casualmente” il ruolo di una prostituta, è per una volta la faccia (e il corpo) giusta al momento giusto (curioso il fatto che reciti parzialmente in italiano anche nella versione originale…). Se state al gioco, quindi, benvenuti sull’ottovolante: i più deboli di stomaco però, si astengano dalla visione…
Sono d’accordo sullo stare al gioco, ma qui si esagera, dai… Magari è il doppiaggio italiano che ha distrutto il divertimento in questo film, boh.
n.b. le uniche scene che meritano, a mio avviso, sono quella dove la Bellucci trova un modo alternativo di impiegare un giubbotto antiproiettile nonché quelle in cui Clive Owen dà una lezione a un tizio con i piedi sporchi grazie ad una delle sue amate carote.