Comprare o non comprare?
In un periodo storico di crisi economica come quello che stiamo vivendo, se da una parte porta una relativa riduzione delle spese dei consumatori, dall'altra non pare aver toccato chi purtroppo vive il disagio della "dipendenza" da shopping.
Lo shopping compulsivo, poiché è così fortemente legato al mondo emotivo e di relazione, nei momenti più difficili appare ovvio che possa solo amplificarsi, non certo diminuire.
Cos'è lo shopping compulsivo?
Ecco una definizione che ho trovato adeguata: "Lo shopping compulsivo è un problema di grande rilevanza clinica che appare spesso associato ad altri disturbi psicologici. Due sono gli elementi centrali che caratterizzano lo shopping compulsivo: l'incapacità nel controllare il comportamento di acquisto e il verificarsi di conseguenze negative causate da questa grave mancanza di autocontrollo. "(L'acquisto compulsivo: aspetti storici, definizione, epidemiologia e principali teorie psicologiche, di Luigi Rocco Chiri, Elisa Gorrini, Claudio Sica )
E' importante parlare di un fenomeno di cui i media si occupano molto, ma nel campo della psicologia clinica non è classificato come patologia (per ora, in un futuro, con la necessità di classificare tutto, lo shopping compulsivo verrà incasellato nosograficamente parlando).
Quindi, se pensate di avere questo comportamento, vi dovete preoccupare o no?
Come mi piace rispondere sempre quando mi chiedono :"ma sono normale a fare o pensare questo o quell'altro?", io dico: "Vi crea disagio? Ha conseguenze sugli altri? Limita la vostra esistenza?". Se è sì, è importante fermarsi almeno a riflettere.
I love shopping è un libro che ha riscosso un enorme successo, la cui protagonista arriva ad indebitarsi per seguire il suo urgente bisogno di fare shopping. Nonostante la buona dose di ironia, molti lettori e lettrici si sono identificati in questo personaggio che riceve lettere minatorie dalla banca, ma non può fare a meno di comprare.
Ma cosa siamo spinti a comprare? Come ci fanno sentire questi oggetti, una volta acquistati?
Per molti di noi, lo shopping è diventato un momento impulsivo, ricreativo, di ricompensa e questo è più evidente a Natale, quando i negozi e centri commerciali sembrano pieni di persone pronte a spendere senza pensarci troppo.
Le agenzie di marketing lo sanno molte bene e per convincere le persone a comprare beni di consumo, diventa fondamentale toccare alcuni tasti emotivi: "La mia vita sarebbe diversa se avessi questo ...".
Tuttavia, nell'attuale clima economico, sarebbe proprio adesso un buon momento per essere più consapevoli di ciò che compriamo, quello che ci si può permettere di spendere, e ciò che in realtà sta controllando la nostra spinta ad acquistare e ciò che conta davvero per noi.
Le tentazioni a spendere sempre di più, acquistando oggetti su oggetti, sono dappertutto, ormai. Ma anche le occasioni: non è più neanche necessario uscire di casa, basta collegarsi ai siti di vendita online.
L'impulso irrefrenabile e irrazionale a comprare non è così facile da controllare o gestire.
Forse sarebbe innanzitutto utile capire cosa davvero cerchiamo di comprare: sono oggetti? Necessità di che tipo? A cosa servono? Come ci sentiamo prima e dopo aver acquistato? Quali spazi andranno a riempire gli oggetti desiderati?
Si può provare con un piccolo questionario da tenere a mente e da rivolgersi mentalmente quando stiamo facendo shopping, concedendoci qualche minuto prima di fare l'acquisto:
- Perché sono qui?
- Come mi sento (buono, cattivo, insicuro, colpevole, triste, frustrato, ecc)?
- Ho bisogno di questo oggetto?
- Che cosa succede se rimando l'acquisto?
- Come faccio a pagare?
- Dove lo metto?
Ecco qualche domanda per mettersi in ascolto di ciò che proviamo e viviamo in quel momento. Per iniziare a capire che in un'azione così impulsiva, ma, ahimè, spesso dannosa, ci sono dei pensieri e soprattutto delle emozioni che ci possono dare la chiave per capire cosa ci sta succedendo.