Sempre di più l’utilizzo dello smartphone per cercare informazioni nei punti vendita si diffonde anche in Italia.
Secondo lo studio sull’utilizzo dei motori di ricerca “Search in Italy” dell’agenzia di marketing digitale Find, durante lo shopping più di un terzo degli italiani preferisce cercare informazioni sul proprio smartphone piuttosto che chiedere al commesso.
Il 66% degli intervistati dichiara infatti di utilizzare la ricerca online per trovare informazioni non condizionate dagli interessi del negoziante, mentre il 41% ritiene insufficienti le competenze dei commessi.
Come cambiano i processi di acquisto?
L’utilizzo dei motori di ricerca nel processo d’acquisto sta cambiando sempre di più le scelte dei consumatori: successivamente alla ricerca in rete il 23% ha poi acquistato il prodotto, mentre il 79% degli intervistati dichiara di averrinunciato almeno una volta all’acquisto dopo aver letto recensioni negative.
Il supporto dei motori di ricerca è percepito molto utile in tutte le fasi di selezione, valutazione e acquisto di un prodotto, con particolare attenzione alla fase iniziale di scrematura dei prodotti che più rispondono alle proprie necessità.
Quali sono i settori più interessati?
I settori in cui avvengono più acquisti tramite i motori di ricerca sono quelli caratterizzati da acquisti frequenti, con particolare ascesa dell’abbigliamento, che in passato ha sempre visto i potenziali acquirenti titubanti all’acquisto online per l’impossibilità di poter provare e toccare con mano i capi.
Ecco la top 5 dei settori interessati dagli acquisti grazie ad una ricerca online:
- Viaggi e Turismo
- Telefonia
- Abbigliamento
- Elettronica
- Libri
Quali sono le conseguenze per le aziende?
Marco Loguercio, fondatore di Find, dichiara:
“Il compito di chi, come me, si occupa di search marketing è anche quello di far comprendere alle aziende la necessità di mettere a disposizione via web (e attraverso i motori di ricerca) i contenuti utili per aiutare i consumatori a scegliere e decidere, contenuti che dovranno essere fruibili attraverso le diverse piattaforme (e magari ospitate anche al di fuori del sito aziendale) e con i richiami all’azione che dovranno tenere conto del luogo in cui l’utente si trova, del device utilizzato, del sistema di pagamento che intende adottare… Serve poco investire in SEO o in link sponsorizzati se non curiamo queste basi.”