Ora, io torno in patria (e a Milano in particolare) circa una volta ogni mese/mese e mezzo per ragioni lavorative, e (suolo? solgo?) sono solito approfittarne per passare un weekend a casa.
Tappe fisse del sabato mattina sono il negozio di fumetti e un tentativo, ahimè spesso riuscito, di shopping librario/discografico/filmico, magari alla Fnac che ha un buon assortimento, discrete offerte e c'ho la tessera fedeltà con tanti bei punticino da accumulare.
Il risultato è un sempre maggiore affollamento dei miei scaffali, con le mensole della Billy che inspiegabilmente reggono al peso della cultura fumettistica e il mensolone alto del mobile del salotto che, a vederlo dalla media distanza, mi pare inizi ad avere una curvatura sospetta. I cd, quelli ormai sono accatastati a pigne un po' ovunque, soprattutto dietro il televisore.
A questo giro, facendo le solite scorte di uscite Marvel del mese, mi rendo conto che a molte collane potrei davvero rinunciare, tanto la qualità delle storie sta scivolando verso il basso. Innanzi tutto quelle dei Fantastici Quattro che, dopo la """""morte"""" (con quadruplo virgolettato) di un Johnny Storm dall'inquietante pettinatura da ragioniere, si chiamano Fondazione Futuro: i tre superstiti con orripilanti tutine bianche (da non perdere la Cosa con una salopette da sbudellarsi dalle risate), una masnada di giovani intelligentoni di cui ci dimenticheremo presto, e Lui, l'ex-solitario arrampicamuri che ora fa parte di tipo tre o quattro supergruppi diversi, manco fosse Mark Lanegan o Chris Cornell. Anche lui con la tutina bianca, s'intende, giusto un attimo dopo che sulla sua collana aveva inaugurato un'altro inutile costume coi catarifrangenti utile forse in caso la Ragno-mobile rimanesse in panne sulla Milano-Serravalle (ma per un'approfondita disamina sui millemila costumi inutili del nostro Peter Parker vi rimando al Dr. Manhattan che ne sa molte più di me, e le racconta pure meglio).
Parlo anche proprio della collana dell'Uomo Ragno (sorry Panini guys ma proprio non ce la faccio a chiamarlo Spiderman!), che mi sta annoiando parecchio e non da poco tempo. Parlo di Devil&Hulk che ormai è solo Hulk, anzi una serie di Hulks coi colori dell'arcobaleno, ma tutti che menano come fabbri. Ah, i bei tempi di Peter David! Vedremo cosa combineranno con Devil nel 2012, sperando che le storie siano molto ma molto meglio del ciclo Shadowland che proprio non si poteva leggere (e infatti non l'ho letto).
Alla fine le serie migliori sono quelle legate al mondo dei Vendicatori, che io non avevo mai cagato più di tanto ma che da qualche anno mi danno soddisfazioni: persino personaggi insopportabili come Iron Man appaiono finalmente moderni, per non parlare di Cap. Troppe squadre di Avengers, quello si, e (blasfemia!!) devo dire che i disegni ipertrofici del buon John Romita Jr. mi stanno cominciando a stufare non poco.
Restano le valide collane di ristampe classiche (finiti i quattro numeri dedicati ai Fantastic Four di Lee&Kirby si attaccherà con Iron Man), a cui si è aggiunta questo mese la gradita sorpresa del primo di 4 numeri dedicati al Conan di Roy Thomas e dell'incommensurabile John Buscema. E restano alcuni volumi della serie 100% Marvel, o Marvel Classic che dir si voglia: 'sto mese il primo volume di The Tomb of Dracula di Colan, purtroppo a colori, e il primo (di due) dedicato al crossover Massacro Mutante. I bei tempi in cui c'erano gli X-Factor dei coniugi Simonson (e i personaggi di Walt avevano tutti il labbro un po' imbronciato), gli X-Men di Claremont e un Romita Jr allora bravo sul serio e i New Mutants disegnati da Barry Windsor Smith e Butch Guice. I bei tempi in cui Wolverine non era ubiquo e parte di 67 gruppi diversi, compreso quello della bocciofila levantese.
Lo so cosa penserete: che palle questo, sempre a dire che una volta era meglio: musica, fumetti, possibile che ora non ci sia niente di buono e che il mondo si sia fermato nei '90? Lo so, é l'età che avanza e forse é solo nostalgia alla soglia dei quaranta. Ma no dai, che il mio shopping ha riguardato anche altro, e più nuovo. Ed é anche roba bella: il nuovo libro di Bastien Vivès e, finalmente, "Asterios Polyp" di David Mazzucchelli. Lo aspettavo da almeno un anno.
Ne parliamo la prossima volta.