Magazine Cinema

Shotgun lovesongs

Creato il 23 ottobre 2015 da Misterjamesford
Shotgun lovesongsAutore: Nickolas ButlerOrigine: USAAnno: 2014Editore: Marsilio




La trama (con parole mie): Henry, Lee, Kip e Ronny sono cresciuti insieme, come fratelli, a Little Wing, una piccola comunità agricola del Wisconsin. Quando, ormai tra i trenta e i quaranta, si ritrovano nel loro paese d'origine per il matrimonio di Kip, i loro rapporti si evolveranno una volta ancora. Perchè mentre Henry è rimasto rilevando l'attività di agricoltore del padre, ha sposato la storica fidanzata Beth ed ha avuto due figli, Ronny è diventato una star del rodeo, e a seguito di un incidente è considerato una sorta di mascotte naif di Little Wing, Kip ha sfondato nel mondo della finanza a Chicago ed ha fatto ritorno per sposarsi e ricostruire una vecchia fabbrica per trasformarla in uno spazio commerciale moderno e Lee, il più inquieto tra i quattro, è diventato una rockstar, ha viaggiato in tutto il mondo senza dimenticarsi delle origini, tornando nella sua proprietà di tanto in tanto, per staccare dalle folle e dalla notorietà.L'occasione di festa, però, scoprirà nervi tenuti coperti dai tempi della giovinezza del gruppo di amici, finendo per mettere a rischio legami che parevano indissolubili.
Shotgun lovesongs
Nel corso della vita, trovare amici con i quali costruire rapporti fraterni è un'occasione più rara che scovare l'anima gemella, la persona che ci accompagnerà, nel bene o nel male, per tutta la vita.Quando penso all'importanza dei legami d'amicizia, la mente corre subito a mio fratello ed Emiliano, o a Max, il mio vecchio compare citato nel post legato a Guida per riconoscere i tuoi santi, a Stand by me e a quanto è confortante l'idea di avere qualcuno che sai che sarà sempre presente, e ti coprirà le spalle, e baderà ai tuoi figli se un giorno dovesse accaderti qualcosa come fossero suoi.Shotgun lovesongs è un inno a quei legami, un romanzo dal sapore autunnale scritto con il cuore in mano e la pancia che brontola, fatto di storie semplici che, fortunatamente, iniziano e finiscono come storie semplici, senza drammi o drammatizzazioni eccessive, o una spettacolarizzazione pronta a tirare fuori la lacrima facile del lettore: le vicende di Henry, Lee, Ronny e Kip - ma anche di Beth, Felicia, Chloe e Cindy - paiono quelle che abbiamo vissuto noi stessi, in grande o in piccolo che sia, ed offrono uno sguardo su quello che potrebbe essere tornare a condividere spazio, affetti e vita con quelli che erano i migliori amici che abbiamo avuto.
Butler, dal canto suo, sfrutta nel miglior modo possibile la narrazione per punti di vista dedicando i capitoli del romanzo al charachter che sta vivendo il momento in prima persona, offrendo dunque interpretazioni differenti degli stessi eventi, rimbalzando tra passato e futuro approfondendo le anime di questo gruppo di fratelli acquisiti pronti a scontrarsi con la vita da adulti e tra loro nel momento in cui le diversità che inevitabilmente sorgono con il passare del tempo chiedono il conto di una giovinezza che rendeva i loro legami apparentemente indissolubili.
Leggere Shotgun Stories è stato quasi come guardarsi in uno specchio, scoprire assonanze e dissonanze con i suoi protagonisti e cercare di capire come sono cresciuto, cambiato, come mi pongo rispetto ai miei amici e chi, tra i quattro qui descritti, potrebbe essere più simile al sottoscritto: forse tutti, forse nessuno.
Henry, troppo onesto, tutto d'un pezzo, pratico e saldo, probabilmente alter ego di Butler, è quello che ho ammirato di più, e quello cui può essere che somigli meno, nonostante l'amore per i figli e la famiglia e la presenza costante, anche nell'assenza.
Kip, un falso "cattivo", che cela dietro l'apparenza da yuppie il volto di un ragazzo che vuole solo essere accettato per quello che è, e sentirsi libero di scoprire dove porta una strada presa per caso, un pomeriggio qualsiasi, pronto chissà come a scappare da tutto e da tutti.
Ronny, che con il suo piglio da casinista e cowboy tamarro per certi versi mi ricorda lo stile che attualmente porto sulle spalle, il più candidamente voltairiano dei protagonisti di questo libro, quello che mi ha permesso di vivere uno dei momenti più emozionanti di questa lettura.
E poi Lee. Leland. Corvus. Quello che ce l'ha fatta. Che ha girato il mondo, fatto i gran soldi, scopato con così tante donne da superare la popolazione di Little Wing.
Lee che è un idolo, una leggenda, qualcosa di così fragile da proteggere alla luce dei propri focolari.
Lee che è uno stronzo egoista. Forse, per molti versi, è quello che accosto di più a me.
E quello che meno vorrei finire per essere.
Le Shotgun lovesongs sono una sua creatura.
Ma allo stesso modo, è merito suo che tutti siano passati da Little Wing, ed abbiano, in modi diversi, spiccato il volo.
E passa dai suoi occhi uno dei passaggi più lirici e toccanti dell'intera vicenda, l'interpretazione degli States dello stesso autore, l'amore per gli ampi spazi, il senso di Famiglia, vicinanza, presenza, calore, generosità.
Come quando si torna a casa, o ci si sente a casa.
E poco importa che tutto suoni come una canzone di Springsteen o dei Counting crows alla fine delle vacanze estive, e lasci un senso di malinconia che fa male.
Questo romanzo piacerebbe a Max, a Dembo, a mio fratello.
Sarebbe piaciuto da morire a Emiliano.
Ed io l'ho sentito come se fosse anche mio.
Direi che è abbastanza.
MrFord
"It's funny how it's the little things in life that mean the most
not where you live, what you drive or the price tag on your clothes
there's no dollar sign on a peace of mind, this I've come to know
so if you agree, have a drink with me,
raise your glasses for a toast."
Zac Brown Band - "Chicken fried" -

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazines