Shotgun Stories

Creato il 07 febbraio 2012 da Elio

SHOTGUN STORIES (2007)
Regista: Jeff Nichols
Attori: Michael Shannon, Douglas Ligon, Barlow Jacobs
Paese: USA

Del regista di “Take Shelter” si è parlato recentemente, quindi non ci si dilungherà troppo su questo che è il suo primo lungometraggio, sì da evitare di ripetere quanto già scritto sullo stile di Jeff Nichols. “Shotgun Stories” si distingue infatti per dei codici registico-narrativi molto simili, per certi versi, a quelli del film che precede di qualche anno. La regia è costruita su tempi particolarmente lenti e la narrazione fa dell'assenza e di ritmo e di cambi di registro il suo unico linguaggio. Aspetto, questa volta, invero ancor più accentuato. Se nel suo secondo lungometraggio il regista alterna brevi e sporadiche parentesi che puntano in maniera evidente sull'aspetto più cinematografico, nel suo esordio, al contrario, resta sempre aderente al volto realistico della pellicola. Volto al quale si adattano in maniera perfetta anche fotografia e sonoro: la prima attraverso luci e colori che allontanano il racconto dalla finzione, il secondo, preponderante in "Take Shelter", preoccupandosi di non riempire le sequenze con suoni ulteriori rispetto a quelli strettamente necessari.

Tuttavia anche in questo caso la storia raccontata da Nichols si presterebbe più ad un thriller o comunque ad una pellicola dal ritmo sostenuto. È quella di due famiglie legate dalla stessa figura paterna. La prima ne ha visto il lato peggiore, ossia alcolismo, violenza e abbandono; la seconda invece la parte migliore, quella premurosa, lucida e presente. Quando il più grande dei tre figli della prima famiglia provoca la seconda, la tensione tra i figli dell'una e quelli dell'altra degenererà inevitabilmente. Ancora una volta, si scriveva, Nichols affronta quindi un soggetto che generalmente richiederebbe tutt'altro, “ostacolandolo” attraverso una gestione radicalmente opposta; pone l'accento sullo spessore introspettivo dei suoi personaggi e trasforma l'evoluzione della storia in un mezzo al servizio di quella interiore. Così facendo il regista statunitense riesce a delineare personalità e stati d'animo capaci di restare nella memoria dello spettatore, o comunque capaci di rendersi interessanti se non altro per la durata della pellicola. È quanto accade nel caso dei tre fratelli protagonisti, infatti, ed in particolar modo di Son. Quest'ultimo è interpretato dal fedele Shannon che mostra sì doti forse un po' troppo limitate ad una determinata tipologia di personaggio, ma eccezionali quando è chiamato da interpretarla. 

L'esordio di Nichols non è probabilmente al livello di “Take Shelter”, ma è assai riconoscibile e a suo modo originale. Mostra una visione del cinema diversa, rimescolando codici e ribaltando aspetti consolidati. Con quella sua apparente naturalezza e quel suo rifiuto della spettacolarità è di gran lunga superiore a svariate altre pellicole in circolazione, e merita senza dubbio la visione.

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