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Showdown a Cardiff: lo sbirro buono, quello cattivo, i soci e i precedenti

Creato il 12 marzo 2013 da Rightrugby
Showdown a Cardiff: lo sbirro buono, quello cattivo, i soci e i precedenti E' solo martedì, ma la macchina è in moto dall'istante in cui George Clancy ha fischiato la fine di Inghilterra - Italia (la fine, non un calcio di punizione per gli Azzurri). Sono dunque cominciati i calcoli per il show down di sabato a Cardiff e stando a quelli buoni in matematica, perché il Galles possa fregare di sotto il naso titolo di 6 Nations con annessi Grand Slam e Triple Crown occorre che gli uomini di Stuart Lancaster non ottengano "il punto di bonus difensivo", ossia rimangano a sette punti di distanza nel punteggio finale. 
Allora ecco i precedenti che i media gallesi hanno rispolverato dall'archivio per dimostrare che può accadere: 19-12 l'anno scorso a Twickenham (match da annali, con la meta all'ultimo negata a David Strettle, foto); 19-9 al Millennium Stadium in un Warm-up Match prima della RWC 2011; 23-15 sempre al Millennium nel 2009; il 26-19 dell'anno precedente, con Warren Gatland da poco sulla panchina gallese e il 16-6 con il quale gli inglesi avevano chiuso in vantaggio il primo tempo a Londra; il 27-18 del 2007; il 19-12 risalente al 1987; il 24-3 del 1979 che valse il titolo dell'allora Five Nations.
Nella memoria è più che mai accesa la partita della scorsa edizione del 6N, non solo per l'ultimo atto dell'incontro, con Jonathan Davies e Leigh Halfpenny che si  lanciano su Strettle e il TMO che non vede gli estremi per assegnare la meta alla bandierina che nel caso avrebbe obbligato Owen Farrell ad una trasformazione ancora più epica per il pareggio. C'è anche l'ovale malamente perso da Courtney Lawes che innesca la meta degli ospiti (Lawes che invece domenica ha levato le castagne dal fuoco per i suoi, rubando il lancio di Davide Giazzon nei 22 inglesi a pochi minuti dalla fine), oppure il trattamento riservato da George North ad Farrell, bersaglio di un placcaggio in mezzo al campo che fa sorridere anche papà Andy in tribuna. 
I gallesi arrivano da tre vittorie di fila su Francia, Italia e Scozia, l'Inghilterra ha  quattro vittorie su quattro uscite e la testa un po' bacata dalla domenica pomeriggio in compagnia degli Azzurri. Lancaster non si è sbilanciato granché, lo hanno fatto i suoi uomini, dal capitano Chris Robshaw al pilone Mako Vunipola che hanno ammesso che così non va bene, che per vincere il Championship occorre rimettersi in carreggiata. Al resto provvedono i cronisti inglesi e sul Telegraph ecco il ritratto sportivo dello staff inglese, firmato da Mick Cleary: Four men facing judgment in Cardiff. Come se non ci fosse già abbastanza tensione, come se a quelle latitudini non si respirassero pressione, paure, aspettative e altro, hanno scelto di rincarare la dose. 
Lancaster è il poliziotto buono, Farrell quello cattivo. Da qui l'impressione che abbiamo è che il primo deleghi al secondo il ruolo del bad cop, mentre coach Stuart è impegnato a non tradire particolari emozioni di fronte a tifosi e stampa. "Farrell è una grande presenza, letteralmente, emotivamente, psicologicamente", scrive Cleary. Non è un caso che Lancaster lo volesse con sé una volta confermato nel ruolo di manager dopo l'esperienza ad interim del 6N 2012, provocando qualche frizione con i Saracens, club della famiglia Farrell. 
Poi ci sono le orecchie di Graham Rowntree, The Old Slugger, al quale viene affidata l'esperienza, probabilmente proprio a causa dei segni delle battaglie che si porta dietro. E in Britannia vanno dritti al punto: ha il compito di trovare un modo per neutralizzare l'eroe gallese Adam Jones, "who gave Italy the hurry-up in Rome and also made the Scots creak and wince". Rowntree domenica ha fatto avanti e indietro dal box dello staff alla panchina inglese, inseguito dalle telecamere del registra che ha intuito ben presto, come il resto dello stadio, il clima di paura. 
Infine il sorriso beffardo di Mike Catt, che già abbiamo rilevato durante la cronaca della partita contro l'Italia: consegna il tee a Toby Flood che deve piazzare, il tentativo va a segno e Catt sbuffa allargando gli occhi, tirando un sospiro di sollievo. E l'addetto agli skills, entrato nella truppa di Lancaster in estate per il tour contro gli Springboks - Catt tra l'altro è sudafricano di origine. Le statistiche mostrano una certa difficoltà in attacco degli inglesi nel marcare meta: quattro al debutto con gli scozzesi e poi solo una una negli altri tre incontri, mentre i gallesi non ne concedono da 272 minuti. 

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