Adoro le parole.
Con le parole ci lavoro.
Ci gioco.
Ci scherzo.
Mi diverto a stravolgerle e accoppiarle e ribaltarle e impreziosirle.
Le maltratto a volte, più spesso le amo.
Certe volte le uso senza pietà, sconsideratamente le tramuto in arma e affondo laddove so che fa più male.
Questa è una di quelle volte, temo.
Altre volte riesco ad ammaliare con le parole. Mi sono girata persone intorno ad un mignolo grazie ad esse.
E mi ci sono fatta girare intorno a quei mignoli bugiardi. Come una trottola idiota.
Le parole però non servono a niente sapete?
A niente.
Non pensate nemmeno per un momento che dietro a parole affettuose e delicate si celino belle persone. Non apprezzate troppo in fretta i superbi voli pindarici creati da una mano esperta e da una mente allenata.
Non fate questo tremendo errore.
Non fatevi fregare.
Sono le azioni che ci qualificano.
Solo quelle. E basta.
Sono i gesti che ci rendono quelli che siamo. Quello che siamo.
I nostri comportamenti.
Non un inutile farfugliare di espressioni di affetto, di comprensione e di conforto.
State zitti e datemi una carezza se dovete.
Se volete.
Smettetela di parlare a vanvera. Non me ne faccio nulla dei vostri mucchi di belle parole.
Siate coraggiosi. Ma non siete stufi di vivere da codardi?
Traducete in azioni quello che pensate. Quello che dite.
O andatevene via da me. E non tornate più.