Hayao Miyazaki ci ha da sempre abituati a film complessi che sono al tempo stesso una gioia per gli occhi e materiale di riflessione. Con Si alza il vento, il maestro dell’animazione giapponese ha messo un punto alla sua straordinaria carriera. E per farlo ha deciso di realizzare qualcosa di molto diverso dai suoi film precedenti. Tanto per cominciare, Si alza il vento (in originale Kaze Tachinu) ha un taglio decisamente “adulto”, sia nei contenuti che nella narrazione.
Anziché prendere spunto da un romanzo, o creare un soggetto originale, Miyazaki sensei ha voluto rifarsi alla storia vera di Jiro Horikoshi, l’ingegnere aereonautico che negli anni ’30 progettò i micidiali caccia Zero, tristemente noti all’aviazione Alleata.
Troppo miope per poter diventare pilota, Jiro non rinuncia alla passione per il volo e si dedica a creare aerei per la traballante aviazione giapponese.
Con la sua vita attraversa almeno due decenni fondamentali per la storia del paese del Sol Levante, sperimentando in prima persona la forza distruttiva della natura e quella – forse più drammatica perché scelta – dell’uomo. Se la prima viene messa in scena attraverso la rappresentazione del grande terremoto del Kanto, che nel 1923 rase al suolo Tokyo, la seconda viene solo accennata sotto forma di visioni profetiche del protagonista. Pur intuendo l’uso devastante che il potere militare farà delle sue creazioni, Jiro Horikoshi non vuole e non può tradire i propri sogni. Per questo seguirà la sua inclinazione, la sua dote naturale, fino in fondo. Anche a scapito dell’amore.


Questo è insomma un film sui sogni e sui sacrifici che spesso si richiedono per potersi realizzare. Non a caso Caproni, parlando della loro passione-professione dice a Jiro: “Questo è davvero un mondo di sogni”. Frase che si direbbe pronunciata da Miyazaki stesso, pensando al suo lavoro nella Settima Arte, mondo di sogni per definizione.
L’ultimo lungometraggio di Miyazaki, quello che può essere considerato il suo testamento ideale, è anche il suo film più autobiografico. Nato nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, figlio di un fabbricante di componenti di aerei che realizzava pezzi anche per gli Zero, ha sviluppato fin da piccolo una passione per le macchine volanti – elemento ricorrente in quasi tutti i suoi film – oltre a un convinto pacifismo che paradossalmente affiora anche in questo film, dedicato a chi ha fornito al Giappone un micidiale strumento di guerra. Si alza il vento è insomma un film importante sotto tanti aspetti, consigliato agli appassionati dell’animazione e ai tanti fan di Miyazaki, ma anche a tutti i cinefili e a chi ama l’intrattenimento intelligente, la poesia delle immagini e la ricchezza dei contenuti.

