‘Something Must Break’ apre il festival. Concorso Lungometraggi.
‘Pierrot Lunaire’, Concorso Lungometraggi
‘São Paulo em Hi Fi’, Concorso Documentari
Questa per il Festival Mix di Milano è l’edizione numero 28, ed è un bel traguardo. Ormai un appuntamento che appartiene alla tradizione della città e che ancora una volta porta sugli schermi (e intorno agli schermi) “il cinema gayslebico e la queer culture”, come da dicitura ufficiale. Per ogni dettaglio e informazione rimando al sito ufficiale. Mi limito qui per vincoli di spazio a una rapida mappatura di quel che si vedrà e succederà. Partiamo dal concorso lungometraggi, dove sono in programma 14 film, nove invece nel concorso dedicato ai documentari (informazione aggiuntiva, nel caso interessasse a qualcuno: faccio parte della giuria di questa sezione). E poi i corti. Ritorna, dopo l’ottimo esito dello scorso anno, Extramix con cinque film sulla sessualità come esplorazione e ricerca esistenziale, e non solo.
Apre il festival – che ha il suo epicentro al Teatro Strehler – lo svedese Something Must Break premiato a Rotterdam e presentato recentemente al Tribeca di New York. Arriva preceduto da un buzz molto favorevole, e non lo si può perdere. Molte davvero le cose importanti del concorso lunghi. Due i film del canadese Bruce LaBruce, ormai un maestro consacrato del cinema gay ed extragay, quel Gerontophilia già visto a Venezia 2013 (la mia recensione) e una personalissima re-visione del Pierrot Lunaire di Schönberg. E Bruce LaBruce sarà al festival. Un film del wunderkind di Montréal Xavier Dolan, 25 anni e già cinque lungometraggi, appena premiato a Cannes per il suo Mommy, ma presente al Mix con il meraviglioso, imperdibile Tom à la ferme presentato a Venezia lo scorso settembre. Sabato 21 la proiezione clou sarà Xenia – Pazza idea, il film greco proiettato il mese scorso a Cannes che è anche un devoto omaggio a Patty Pravo e al suo mito. Attenzione: Patty Pravo sarà in sala insieme al regista. Cito ancora, e velocemente, il cubano La partida, su due giovani calciatori che si prostituiscono ai turisti; il molto interessante (visto a Venezia alla Settimana della critica) Salvation Army, di un regista-scrittore marocchino tra i pochi in patria ad aver dichiarato la sua gaytudine, un film assai lucido e inquietante, e che non fa sconti a nessuno, sulle complicate relazioni (omo) sessuali Nord-Sud; l’americano Test, sulla San Francisco 1985 alle prese con l’Aids nascente (e sarà interessante confrontarlo con il recente film-tv Hbo sullo stessa tema, A Normal Heart, di cui si continua a parlare e scrivere molto negli Stati Uniti); il biopic Violette sulla scrittrice Violette Leduc. Figura che ritorna nella sezione Concorso Documentari in Violette Leduc: In Pursuit of Love.
Ecco, i documentari. Essendo tra i giurati, mi astengo da ogni commenti. Segnalo almeno gli italiani Il Rosa nudo su Pierre Seel, omosessuali deportato nei lager nazisti; Sylvano Sylvano, dedicato a Sylvano Bussotti; Lei è mio marito, storia di un transgender e della sua compagna che gli/le è rimasta accanto dopo il cambio di sesso.
Torna anche quest’anno il premio Queen of Comedy, assegnato stavolta a Anna Mazzamauro: premiazione lunedì 23 giugno. Tra il molto altro, merita una corposa segnalazione #Fassbinderiana, reading dedicato all’imponente biografia di Rainer Werner Fassbinder Un giorno è un anno è una vita scritta da Jürgen Trimborn e pubblicata dal Saggiatore. Ogni sera sul sagrato del Teatro Strehler, dal tramonto alla mezzanotte, 20 allievi delle scuole di teatro milanesi si turneranno per leggere integralmente il libro, in una maratona che si annuncia come uno degli eventi di questo Festival Mix. Dell’immenso Fassbinder sarà anche proiettato giovedì 21 Il diritto del più forte, una delle sue opere massime, un capolavoro vero. Tutto il resto è al sito del festival.