Magazine Cultura
Il film ci regala scorci di una bellezza estenuante, e rappresenta in maniera credibile e appassionata un dramma quasi shakesperiano di fratelli in armi. Poca azione ma ben congegnata (ottime le sparatorie, credibili e mai videoclippare, e decisamente riusciti i costumi, tutt'altro che griffati e anzi sovente sfatti e slargati come devono essere stati quelli indossati dai primi pionieri). Una nota di merito anche agli attori, i cui volti anonimi aiutano a rendere plausibili le atmosfere rurali di quell'epoca e che - soprattutto l'interprete femminile - riescono a infondere la propria recitazione di un convincente mix di fierezza e turbamento. Ottimo prodotto, grandi sviolinate da western contemporaneo.Anche il secondo lungometraggio ha dalla sua le qualità tipiche di un prodotto indie, anche se bisogna segnalare subito che, potendo contare su un gruppo di interpreti di prestigio (primo fra tutti il buon Ed Harris, da sempre innamorato del western e qui in veste di co-produttore), risulta un progetto con a disposizione qualche vantaggio finanziario maggiore rispetto all'altro film.
Passato con più di qualche buona critica all'ultimo Torino Film Festival, Sweetwater s'invola con una prima parte davvero strabiliante, con una rappresentazione del male molto mccarthiana cui giova non poco l'interpretazione di Jason Isaacs nelle vesti di un predicatore pazzo, invasato e cattivissimo. Ma anche lo sceriffo governativo di cui veste i panni Harris non scherza.
La storia s'impernia sul malaffare di una cricca di maggiorenti di una cittadina sperduta e sulla vendetta di una ex prostituta cui il predicatore (che è anche un ricco allevatore con tanto di chiesa di seguaci al seguito) ha fatto uccidere il marito. Lei è di una bellezza francamente disarmante (è January Jones, la biondina di Mad Men, un bijou), la fotografia è da sturbo ed è un vero peccato che la parte finale dell'opera abbandoni il rigore e la poesia che aveva imbastito sino ad allora per trasformarsi in un modesto vengeance-movie senza troppe pretese, ma la concezione del west di Miller, insufflata dalla bravura di tutto il cast, fornisce sicuramente ulteriore linfa a un genere che continuerà (sempre) a scaldare i cuori degli appassionati ;-)
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