Le centrali nucleari EPR sono troppo costose. La bocciatura arriva dagli Stati Uniti: la Constellation Energy Group, società partner di Edf per la realizzazione di un reattore nel Maryland, ha inviato una lettera al Dipartimento Usa dell’energia (Doe) per annunciare il rifiuto delle condizioni poste dall’amministrazione Obama per ottenere un loan guarantee, il prestito di garanzia federale. Motivo: la realizzazione delle centrali comporterebbe «dei rischi e dei costi inaccettabili» . L’azienda non sarebbe, cioè, in grado di garantire il rimborso dei 7,5 miliardi di dollari chiesti per l’EPR, poiché verrebbero ad accumularsi interessi troppo elevati e quindi, per il momento, è difficile che la centrale riesca a vedere la luce.
La notizia è rimbalzata su molti siti italiani, che non hanno perso tempo per etichettarla come un chiaro esempio di come il nucleare non possa andare avanti senza un sostegno pubblico e, di conseguenza, come afferma il portale Nuova resistenza, “con un mucchio di soldi da parte dei contribuenti”. È evidente che il caso statunitense sia stato citato ad hoc per dimostrare che anche in Italia, dove dovrebbe essere realizzato lo stesso tipo di impianti, ci si troverà in questa situazione. E in tanti sono già pronti a scommettere che a pagare il prezzo del passaggio al nucleare saranno inevitabilmente i consumatori, con l’aumento dei costi dell’energia. Questo paragone, tuttavia, non sembra così immediato: innanzitutto Stati Uniti e Italia presentano caratteristiche molto diverse sotto tanti punti di vista, a partire da quello energetico. È pur vero che in entrambi i Paesi si è deciso di puntare sul nucleare: negli USA la Nuclear Regulatory Agency prevede che entro il 2011 saranno presentate richieste di autorizzazione alla costruzione di 33 nuove unità, in Italia si conta di realizzare quattro centrali a tecnologia EPR. Ma da noi, fino a prova contraria, non sono state previste spese aggiuntive da parte dello Stato e sovraprezzi sulle nostre bollette. Anzi, a dirla tutta, il settore energetico in cui ci sono stati forti incentivi statali è proprio quello delle rinnovabili, considerato a torto un’alternativa più “economica” al nucleare. Va detto, invece, che in Italia, come in altri Paesi europei (ad esempio la Francia), sono proprio i consumatori finali a scontare queste agevolazioni.
L’articolo prosegue, poi, con questa affermazione: “Ricordate cosa sta succedendo ai gemelli Epr dei futuri impianti italiani in costruzione a Flamanville (Francia) e a Olkiluoto, in Finlandia: costi e tempi indefinibili. Ricordate che non c’è ancora nessun reattore Epr ultimato e funzionante”. Come a dire: negli Usa il reattore non è ancora stato realizzato, in Francia e in Finlandia ci sono dei ritardi, per cui si può dimostrare che le centrali EPR non sono né vantaggiose né efficienti, quindi è inutile che l’Italia si lanci in quest’avventura. In realtà, i due esempi europei riportati non sono affatto indicativi, in quanto si parla di prototipi, che possono essere soggetti a errori e non possono essere accostati a una centrale funzionante a pieno regime.
Ancora una volta si diffondono notizie, utilizzate, poi, in modo improprio solo per fare propaganda contro il nucleare. E ancora una volta, purtroppo, possiamo prevedere che non sarà l’ultimo caso.
Magazine Scienze
Si continuano a diffondere notizie improprie sul nucleare
Creato il 13 ottobre 2010 da Lorenzo_gigliottoPotrebbero interessarti anche :
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