Doveva essere l’occasione per riflettere sul risultato del Pd siciliano alle elezioni politiche e sulle conseguenze dello “tsunami a 5 stelle”, ma nella direzione regionale del partito, a Palermo, i temi sul piatto sono stati tanti: la riforma delle Province, i rapporti col governo Crocetta, le alleanze per le amministrative, la proposta di riforma della legge elettorale per i comuni.
È stato il segretario regionale Giuseppe Lupo, nella sua relazione introduttiva, a mettere carne al fuoco. “Le Province vanno riformate, ma servono alcuni paletti – ha detto – I Consorzi, per esempio, non possono essere più di nove, quanti gli attuali capoluoghi”.
In molti hanno visto questo limite come un “freno” al governatore Crocetta, che avrebbe in mente di inserire la “sua” Gela fra i comuni capofila dei futuri Consorzi; è stato proprio Crocetta, giunto in direzione dopo il vertice a palazzo Chigi sul Muos di Niscemi, a chiarire la sua posizione: “Nove comuni capofila? Potranno essere anche 11 o 12″. Ma da Lupo arriva un’altra strigliata al governatore: “Serve più coesione con i partiti della maggioranza, le decisioni devono essere collegiali, serve una riunione ogni settimana”.
Crocetta prima recita il “mea culpa” (“penso che sia mancato un raccordo politico fra il governo e i partiti, e anch’io sono stato responsabile di tutto questo, ma abbiamo affrontato situazioni ed emergenze, io da più di un anno non prendo un giorno di ferie”), poi contrattacca: “Dobbiamo trovare situazioni di confronto programmatico, sapendo che oggi il programma non si fa solo con i partiti ma anche con la società”. Una battuta Lupo la riserva anche al senatore Beppe Lumia, seduto in sala e fresco di elezione nella lista del Megafono: “In futuro se un dirigente del Pd si candida in un’altra lista senza il via libera degli organismi, è fuori dal partito”.
E se il capogruppo all’Ars, Baldo Gucciardi, ribadisce la volontà di “portare avanti la riforma delle Province in tempi brevi” apprezzando “la posizione del partito incentrata sulla linea riformista avviata dal gruppo parlamentare”, è sempre il segretario regionale a calare la carta a sorpresa: “Non limitiamoci alle Province, riformiamo subito la legge elettorale per le comunali, introduciamo la doppia scheda e innalziamo il numero di comuni a turno unico”.
Storce il muso Antonello Cracolici: “La situazione è drammatica, qui è in gioco il futuro del Pd, e ci vogliamo imbarcare in una riforma elettorale a 14 giorni prima dell’indizione? Non reggeremmo. E poi, siamo onesti, se fossimo all’opposizione, alzeremmo le barricate”. Parlando delle prossime amministrative e delle alleanze, Lupo poi ha aperto alla lista Monti e a Fli.
In sala erano presenti anche Vladimiro Crisafulli e Antonino Papania, “esclusi eccellenti” alle ultime politiche, e Sergio D’Antoni. “Questa – commenta il deputato regionale Giovanni Panepinto – è la prima direzione di un partito con alcune novità importanti: mi sembra che le alleanze interne sulle quali fino ad oggi si è retto il Pd, non ci siano più”.