Si è spenta Anita Ekberg, la musa di Fellini
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Federico Fellini l’aveva immortalata negli anni migliori, quando, giovane e prorompente, si adagiava con leggerezza nella Fontana di Trevi e gridava: «Marcello, come here!». È la scena più famosa della Dolce vita e lei era Anita Ekberg, per Fellini semplicemente “Anitona”, morta all’età di 83 anni in una clinica romana.
Proprio a Roma Anita aveva scelto di vivere e proprio nella città eterna aveva girato alcuni dei suoi tanti film, affiancando Alberto Sordi in Scusi, lei è favorevole o contrario (1966) e Vittorio De Sica in Sette volte donna (1967). Ma il legame con l’Italia era iniziato nel 1960 con il film che più l’ha resa celebre, La dolce vita (1960) di Fellini, accanto a Marcello Mastroianni. Anita è stata la vera musa di Fellini, che l’ha voluta anche in Boccaccio ’70 (1962), nell’episodio “Le tentazioni del dottor Antonio”; nei Clowns (1970) e in Intervista (1987), in entrambi nel ruolo di se stessa.
Al di là della sua carriera cinematografica, Anita Akberg era conosciuta già negli anni Cinquanta come modella. Alta, bionda e formosa, era stata Miss Svezia nel 1950 e finalista per Miss Universo, dopo essersi trasferita negli Stati Uniti. Capace di rifiutare una proposta di matrimonio da parte di Howard Hughes, fu però proprio grazie al milionario aviatore che ottenne il primo contratto cinematografico per la RKO.
Ma il primo ruolo arriva solo nel 1953, quando l’America cerca donne come lei, dal volto angelico e dalle curve prosperose. Il suo primo film è Abbott e Costello go to Mars di Charles Lamont. Un ruolo minore a cui farà seguito La spada di Damasco (1953) con Rock Hudson. Hollywood la chiamerà “The Iceberg”, un gioco di parole con il suo cognome, e lei intanto affiancherà anche Dean Martin e Jerry Lewis in Artisti e modelle (1955), ma per avere un ruolo di prestigio deve aspettare Hollywood o morte! (1956), sempre di Frank Tashlin e con la stessa coppia comica maschile.
Anita Ekberg
Poi, il kolossal Guerra e Pace (1956) con un cast formato, tra gli altri, da Audrey Hepburn, Henry Fonda e Vittorio Gassman, un film che si aggiudicò il premio ai Golden Globe come miglior film straniero in lingua straniera.
Dopo il sodalizio felice con Fellini negli anni Sessanta, nel decennio successivo, a parte la concessione della prima pagina di “PlayBoy” in cui si mostra senza veli, Anita Ekberg ha visto decadere lentamente tanto la propria giovinezza quanto la propria carriera, rimanendo piuttosto un’icona della bellezza femminile degli anni Cinquanta, non troppo lontana da Marilyn Monroe.
Negli ultimi anni, Anita ha dimostrato la sua amicizia profonda con Fellini, restando accanto a sua moglie dopo la scomparsa del regista. «Sono stata io a rendere famoso Federico Fellini», disse l’attrice, «non il contrario.»
La sua ultima comparsa gliel’ha concessa Carlo Conti ne I migliori anni, in occasione del cinquantesimo anniversario della Dolce vita.
Flavio Gabbarini il sindaco di Genzano, paesino romano in cui l’attrice svedese, italiana per adozione, viveva da anni.
«A lei va un grazie per il contributo che ha dato al cinema italiano, icona di bellezza, attrice simbolo della Dolce Vita».
Si è spenta Anita Ekberg, la musa di Fellini
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