ieri stressantissima giornata promozionale in un negozio per cani e gatti a bologna. in piedi 8 ore dietro un banchetto a cercare di convincere le persone che no, non stai cercando di rubare loro l’anima guardandoli negli occhi, ma stai promuovendo un prodotto a loro beneficio. guardare di nascosto quella borsa marrone per trasportare i cani che proprio te la vedi, la tua futura cagnolina lì dentro. nasconderla dietro ad un’altra, che non si sa mai. pensare “quanto sono stupida, lo zdoro non si convincerà mai”.
tornare in fretta e furia a casa per lavarsi e cambiarsi, per la cena dalla ely. incontrare lo zdoro che è appena tornato da padova, dove si è recato con l’amico luca a vedere la futura moto (di luca, appunto). incontrarci e scambiarci due parole.
“che giornata allucinante. ero pure vicino a tutte le cuccie e i maglioncini e le borse” (omettendo la borsa nascosta) “voi tutto a posto? com’è andata la giornata da Vomini?“
“hm, bene. prende una arlei devidson“
“bene dai!” (abbraccio)
nghhhhhh! nghhhhhh! auuu auuuu!
“ma cacchio, pure il cane dei vicini ci si mette. no, è una tortura. lo voglio pure io il cane!“
(sguardo strano dello zdoro)
(forse ho esagerato, faccio la goccia cinese da un mese ormai. ora mi caccia fuori di casa)
auuu! cccaaaiii!!! auuuuuu!
“cavoli, sembra così vicino però“
“che tortura. me lo mettano pure in casa a sto punto“
“eppure…sembra così vicino…“
(dice lo zdoro andando verso la cucina ed aprendo la porta)
silenzio.
io mi sporgo molto lentamente verso il corridoio. ho capito.