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Quarant’anni fa

Da Loredana V. @lorysmart

sergioramelli (1)

Morire a nemmeno 20 anni.

È quello che è successo a Sergio Ramelli, fiduciario del Fronte della Gioventù, un ragazzo che non aveva mai fatto del male a nessuno, ma solo espresso in un tema in classe delle idee contrarie alle idee sinistrorse imperanti in quel periodo, in cui brigatisti ed altri movimenti violenti la facevano da padrone, definendo assassini i brigatisti che avevano ammazzato due militanti del Movimento Sociale a Padova.

Solo per aver esternato questa sua convinzione, fu “processato” dai suoi stessi “compagni” di scuola che lo accusarono di fascismo, preso a sputi e parolacce nei corridoi stessi della scuola sotto lo sguardo indifferente dei professori simpatizzanti per gli studenti di sinistra.

Il 13 marzo, mentre tornava a casa per il pranzo a bordo del suo motorino, Sergio venne circondato da 5 universitari ed aggredito con chiavi inglesi (le famigerate Hazet 36, da cui il motto “Hazet 36, fascista dove sei,il loro “grido di battaglia”), arnesi pesanti lunghi 50 centimetri e colpito ripetutamente alla testa. La gravità delle ferite riportate – con sfondamento della calotta cranica – portarono alla morte il giovane 48 giorni dopo il vile attacco, il 29 aprile 1975. I suoi amici non poterono nemmeno fargli visita in ospedale perché il Policlinico dove era stato ricoverato era proprio vicino alla Statale e i “compagni” stazionavano lì davanti prendendo nota di chi saliva a fargli visita.

Alla notizia dell’aggressione, durante la seduta del consiglio comunale presieduta dal sindaco Aniasi, ci fu chi si alzò in piedi ad applaudire. Nessuno di questi VIGLIACCHI fu almeno redarguito pubblicamente, mentre al funerale del giovane, presente anche un rappresentante del Presidente Leone, con la bara portata a spalla da Giorgio Almirante, quattro ragazzi di destra furono arrestati e denunciati per apologia del fascismo solo per aver fatto il saluto romano.

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Questo per far intendere quanto certi gesti o parole a volte vengano considerati più gravi dei fatti.

Non paghi di quanto era accaduto, gli avanguardisti operai eseguirono in quel periodo altri atti di violenza nei confronti di altri ragazzi di destra che volantinavano e minacciarono di morte lo stesso fratello di Sergio Ramelli, Luigi.

Al processo, gli imputati raccontarono con una lucidità spaventosa sia l’agguato che l’aggressione, quasi non si trattasse della morte di un ragazzo poco più giovane di loro.

Ecco, questi sono i “democratici” provenienti dalle fila della sinistra ed io, che fascista non sono, ma sono solo anticomunista, voglio comunque ricordare la morte di questo ragazzo ucciso solo per una diversa idea politica.

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