Interno, mattina, una moltitudine di persone, un ragazzo e una ragazza parlano per motivi di lavoro, lui la guarda con insistenza come se dovesse capire qualcosa.
Lui “scusami se ti fisso, ma io ti conosco ti ho visto da qualche parte”
Lei “no, guarda, non mi pare proprio”
Lui “sì, sì ne sono certo, solo non ricordo dove!“
Dopo un po’, lui, con l’espressione classica di colui al quale si è appena accesa una lampadina in testa.
Lui “ah ecco, adesso mi ricordo! Tu sei la matta della Smart!”
Lei (dubbiosa) “come la matta della Smart?”
Lui (soddisfatto) “sì sì adesso ricordo! Tu sei quella di questa estate! Quella che a momenti non mi incollo allo stadio!”
Lei (basita) “come???”
Lui (ridendo) “auhauhauha ma non ti ricordi? Tu sei la tizia che questa estate o poco dopo, comunque faceva ancora caldo, ha deciso di suicidarsi attraverso me allo stadio! Erano le sette, sette e mezza di domenica mattina e tu mi stavi davanti con una smart. Stavi andando verso Piazza Immacolata ed io ti stavo sorpassando sulla corsia di sinistra, poi tu hai sterzato e mi hai invaso la corsia! Momenti non ti entro dentro con la macchina! Abbiamo fatto una frenata pazzesca! Quando ci siamo fermati ho abbassato il finestrino per insultarti! Mi è preso un colpo! Abbiamo sfiorato una botta incredibile! Non ti ricordi?”
Lei (sempre più basita) “oddio sì! Avevo rimosso! Mamma mia che paura!”
Lui (ridendo sempre più forte) “tu paura? Io me la sono fatta sotto! A momenti non ti entro dentro! La cosa che mi è rimasta impressa però, è che quando io ti ho urlato contro tu, con la musica appalla in sottofondo, sei scoppiata a ridere come una folle e mi hai detto << scusa, scusa, scusa, hai ragione, ma sono talmente felice in questo momento che non capisco un cazzo, nemmeno dove vado! >> E avevi una faccia, ma una faccia, che non ho avuto il cuore di mandarti affanculo come ti saresti meritata!!!”
Lei (imbarazzata con la vocina sottile) “sìsì, adesso mi ricordo”
Lui (collassato) “oh bella, ma quello che io ti voglio chiedere no, cioè, non voglio sapere perché eri così contenta, quelli sono fatti tuoi, però, toglimi sta curiosità, dove cazzo andavi così contenta e arzilla alle sette di domenica mattina?”
Lei “…”
Vaglielo a spiegare che se per lui era domenica mattina, per me era appena finito uno splendido (a quanto pare) sabato sera.
E che ripensandoci, beh, c’era parecchio da ridere.