Finalmente abbiamo fatto entrare nella maggioranza di governo dei veri statisti! (Ad esempio Lorsi Verdini ed Angelino Alfano, ma già Totò Cuffaro bussa alle porte..." WHO'S LORIS VERDINI
Caso de La Maddalena: accusa di concorso in corruzione - Nel febbraio 2010 viene indagato dalla Procura di Firenze per il reato di concorso in corruzione riguardo ad alcune irregolarità a lui imputabili su alcuni appalti a Firenze e a La Maddalena. Nell'aprile del 2014 il Senato autorizza l'utilizzo delle intercettazioni riguardanti Verdini.
Caso della P3: rinvio a giudizio per corruzione - Nel maggio 2010 viene indagato dalla Procura di Roma riguardo ad un'inchiesta riguardante un presunto comitato d'affari, la cosiddetta "cricca", che avrebbe gestito degli appalti pubblici in maniera illecita. A luglio vengono arrestati l'imprenditore Flavio Carboni (scelto come consulente sia da Papà Boschi, che da papà Renzi...), coinvolto a Roma in un'inchiesta che punta a scoperchiare una cupola con interessi nella gestione degli appalti sull'energia eolica in Sardegna (che vede indagato anche il governatore PDL della Sardegna Ugo Cappellacci), insieme a Pasquale Lombardi, geometra ed ex esponente della Democrazia Cristiana e all'imprenditore Arcangelo Martino, ex assessore comunale di Napoli. Queste persone vengono accusate dalla Procura di Roma di aver esercitato forzature sui giudici della Corte Costituzionale al fine di favorire il giudizio di legittimità costituzionale sul Lodo Alfano, di aver sostenuto la riammissione della lista civica regionale Per la Lombardia, collegata al candidato di centrodestra alle elezioni regionali del 2010 e successivamente eletto governatore della regione Lombardia Roberto Formigoni e, infine, di aver favorito la nomina a presidente della Corte d'Appello di Milano al pm Alfonso Marra.
Il 23 luglio Verdini si dimette da presidente e consigliere del consiglio di amministrazione del Credito Cooperativo Fiorentino a causa dello scandalo P3 che lo vede coinvolto per corruzione e violazione della Legge Anselmi sulle società segrete [...] Dall'inchiesta emerge che il 23 settembre 2009 avrebbe avuto luogo un incontro presso l'abitazione di Denis Verdini, a cui avrebbero preso parte l'imprenditore e faccendiere Flavio Carboni, il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri e il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, oltre ad Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi. In questa riunione si sarebbe delineata la strategia di persuasioni indebite da adottare sui giudici della Consulta intorno all'approvazione del lodo che il 7 ottobre seguente verrà poi bocciato perché ritenuto incostituzionale. Il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro definisce la cupola che si sarebbe costruita attorno a Flavio Carboni una "nuova loggia massonica", con le stesse caratteristiche della vecchia loggia Propaganda 2. Pier Luigi Bersani, leader del Partito Democratico, chiede all'esecutivo di far luce sulla vicenda, mentre il senatore e capogruppo dell'UDC Giampiero D'Alia richiede l'intervento della Commissione parlamentare Antimafia.
Caso della P4 - Il 12 giugno 2012 la Giunta per le autorizzazioni della Camera dei deputati accorda ai magistrati di utilizzare le intercettazioni (34 in tutto) che coinvolgono Denis Verdini nell'ambito dell'inchiesta sulla P4. Il PdL è l'unico partito a votare contro.
Caso del Credito Cooperativo Fiorentino: rinvio a giudizio per truffa e bancarotta - La Banca d'Italia, con delibera unanime del Direttorio del 20 luglio 2010, propone al Ministro dell'economia e delle finanze "la sottoposizione dell'azienda alla procedura di amministrazione straordinaria per gravi irregolarità nell'amministrazione e gravi violazioni normative". Con decreto del 27 luglio il Ministro dell'Economia dispone il commissariamento della banca. Il 14 agosto la Banca d'Italia contesta a Verdini un conflitto d'interessi pari a 60,5 milioni di euro per la banca di cui è stato amministratore. Nel marzo 2012 l'istituto, sottoposto dalla Banca d'Italia a liquidazione coatta amministrativa cessa di esistere. Le attività sono acquisite da Chiantibanca mentre le sofferenze sono acquisite dal fondo nazionale di garanzia delle Bcc. Il 14 marzo 2013, i pm di Firenze chiedono il rinvio a giudizio per Verdini per il procedimento sulla gestione del Credito Cooperativo Fiorentino. Nel luglio 2014 il gup di Firenze Fabio Frangini accoglie la richiesta dei PM. Viene fissata la prima udienza per il 21 aprile 2015. Verdini dovrà rispondere per truffa ai danni dello Stato.
Bancarotta fraudolenta - Il 23 luglio 2015 viene rinviato a giudizio dal gup di Firenze nell'ambito di un procedimento in cui viene ipotizzata la bancarotta fraudolenta per il fallimento di un'impresa edile di Campi Bisenzio che aveva un debito di 4 milioni di euro con il Credito cooperativo Fiorentino presieduto da Verdini. La prima udienza del processo si terrà il 13 ottobre.
Caso dell'immobile in via della Stamperia: rinvio a giudizio per finanziamento illecito e truffa - Il 12 dicembre 2012 viene rinviato a giudizio con l'accusa di finanziamento illecito e truffa aggravata: la società Estate 2, amministrata dal senatore amico Riccardo Conti, il 31 gennaio 2011 di quell'anno avrebbe acquistato un immobile in via della Stamperia, in centro a Roma, per 26 milioni di euro dal Fondo Omega di Intesa Sanpaolo per poi rivenderlo poche ore dopo all'Enpap di Angelo Arcicasa, anch'esso indagato, generando così una plusvalenza sospetta di 18 milioni.[25] Il 22 novembre 2014 i tre vengono rinviati a giudizio.
Caso "fondi per l'editoria": accusa di truffa - Nell'aprile 2013, nell'ambito di una inchiesta per truffa per una presunta indebita percezione di fondi per l'editoria, la Procura della Repubblica di Firenze emette un'ordinanza attraverso la quale la Guardia di Finanza sequestra beni per 12 milioni di euro alla società Settemari di Verdini, Massimo Parisi e altre persone.
Caso dell'appalto della Scuola Marescialli: rinvio a giudizio per concorso in corruzione - In relazione alle presunte irregolarità legate all'appalto per la Scuola Marescialli di Firenze vengono prima arrestati nel 2010 e poi condannati nel 2012 il provveditore delle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis (3 anni e 8 mesi), il presidente del consiglio dei lavori pubblici Angelo Balducci (3 anni e 8 mesi), l'avvocato Guido Cerruti e l'imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli (2 anni e 8 mesi) mentre le posizioni di Verdini e dell'imprenditore della Btp Riccardo Fusi erano state stralciate. Il 9 aprile 2014 il Senato dà l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni riguardanti Verdini il quale il 19 novembre seguente viene rinviato a giudizio dal gup Cinzia Parasporo per concorso in corruzione: insieme al ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli avrebbe caldeggiato la nomina di De Santis a provveditore delle opere pubbliche della Toscana [...]
Caso della Toscana Edizioni: accusa di bancarotta - Il 25 novembre 2014 viene indagato dalla procura di Firenze insieme al forzista Massimo Parisi con l'accusa di bancarotta fraudolenta in riguardo al fallimento della Società Toscana Edizioni, debitoria nei confronti del Credito Fiorentino di Verdini, avvenuto nel febbraio 2014: i due esponenti politici nel 2005 si sarebbero appropriati di 1,3 milioni di euro della società vendendole quote della Nuova Toscana Editrice, controllata da loro al 40% e con un capitale di 62.000 euro. Vengono messi sotto inchiesta anche i vertici di allora della Toscana Edizioni. Questo processo è collegato ad altri due processi riguardanti Verdini, quello del Credito Fiorentino con 20 milioni di euro di contributi a Il Giornale della Toscana e quello della P3 con Flavio Carboni e altre due persone che nel 2009 versano 800.000 euro alla Nuova Toscana Editrice per rilevare delle quote.
Lo scandalo della presunta vicinanza alla mafia - Nel 2002, La Repubblica rende conto della presenza di Alfano al matrimonio (avvenuto nel 1996) della figlia di Croce Napoli, indicato dagli inquirenti come boss mafioso di Palma di Montechiaro e morto nel 2001. Tale presenza è testimoniata da un video amatoriale della festa. Alfano, all'epoca neo-deputato all'Assemblea Regionale Siciliana, avrebbe salutato con affetto Napoli. Alfano in un primo momento dichiarò a Repubblica di non avere "nessuna memoria o ricordo di questo matrimonio" e che "non ho mai partecipato a matrimoni di mafiosi o dei loro figli, non conosco la sposa, Gabriella, né ho mai sentito parlare del signor Croce Napoli che lei mi dice essere stato capomafia di Palma di Montechiaro". In seguito affermò di aver ricordato di essere stato effettivamente a quel matrimonio ma di aver ricevuto l'invito dallo sposo e di non conoscere la sposa e la sua famiglia.
Nell'ottobre del 2009 il pentito di mafia di Racalmuto, Ignazio Gagliardo, ha accusato Alfano di aver chiesto aiuti elettorali alla mafia, per mezzo del padre anch'egli politico. Lo stesso giorno Carmelo D'Amico, ex killer di Barcellona Pozzo di Gotto e in seguito diventato super testimone dell'inchiesta sulla trattativa tra Stato italiano e Cosa nostra, accusa Alfano e Renato Schifani di essere stati messi in politica da Cosa nostra secondo quanto è venuto a sapere dal suo compagno di carcere Nino Rotolo, boss di Pagliarelli, fedelissimo di Bernardo Provenzano. In seguito Alfano avrebbe voltato le spalle ai boss inasprendo il 41 bis e facendo leggi sulla confisca dei beni e così l'organizzazione non avrebbe più votato per Forza Italia.
Le consulenze alla moglie - Il 17 aprile 2015 Alfano querela l'Espresso per aver pubblicato un articolo riguardante consulenze e appalti andati alla moglie Tiziana Miceli (tra cui le cinque consulenze avute dalla Consap, la concessionaria dei servizi assicurativi pubblici controllata dal ministero dell'Economia) e ad altre persone vicine al Ministro come gli avvocati Angelo Clarizia e Andrea Gemma (appalto da 630.000 euro per i servizi legali dell'Expo) con quest'ultimo che è anche membro del CdA dell'Eni.
Il "CARA" di Mineo - Salvatore Buzzi, presunto boss di Mafia Capitale, in un interrogatorio ha riferito ai Pm che nella gestione del Cara di Mineo la cooperativa "La Cascina" aveva rapporti diretti con Angelino Alfano, ministro degli Interni del governo Renzi. Buzzi, riferendosi ad Alfano ed ad altri coinvolti nell'indagine, afferma: "...lo conosceva, c'aveva rapporti diretti con Alfano, avevano creato un sistema giù in Sicilia, intorno a Mineo, che è un sistema perfetto perché la gara che consegna ad Odevaine consente di distribuì i soldi a pioggia sul territorio. Nel senso che i comuni venivano premiati con circa due, tre milioni di euro, non lo so, però è tutto in chiaro, da lì.... Centro di accoglienza di quelle dimensioni in un territorio così piccolo..."
Indagato per abuso d'ufficio - Il 25 febbraio 2016 viene iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma, il reato contestatogli è l'abuso d'ufficio. Con il Ministro Alfano sono indagati anche il viceministro Filippo Bubbico (Partito democratico), l'ex senatore e attuale segretario provinciale PD di Enna Vladimiro Crisafulli e il presidente dell'Università Kore di Enna Cataldo Salerno. Il reato sarebbe stato commesso il 23 dicembre 2015, data in cui il Consiglio dei Ministri deliberò il trasferimento ad Isernia del Prefetto Fernando Guida. La procura ritiene che tale trasferimento sia stato effettuato per evitare che Guida, prima del trasferimento Prefetto di Enna, commissariasse a dicembre 2015 la Fondazione Kore, ente che gestisce l'ateneo omonimo.
Anche Alfano "tiene famigghia"? - Il fratello minore Alessandro Alfano, laurea triennale in Economia conseguita nel 2009 a 34 anni, è stato direttore provinciale di Confcommercio Agrigento, segretario generale di Unioncamere Sicilia dal 2006 e segretario generale della Camera di commercio di Trapani tra il 2010 e il 2011.
(Fonti: Wikipedia, l'Espresso, Repubblica, il Giornale, Il Giornale di Sicilia ed altri)