Non c’è pace nella Repubblica democratica del Congo. Neppure in questi giorni che precedono le festività del Natale.
E difficilmente ce ne sarà a breve, se il mondo occidentale continuerà a limitarsi a stare a guardare.
Si ripetono, a ogni piè sospinto, violenze e uccisioni selvagge a opera di guerriglieri ugandesi, che sconfinano. E , quando non sono loro, ci pensano i “cugini”.
Infatti sono almeno 36 i civili massacrati, nell'ennesimo attacco compiuto due notti addietro, in alcuni villaggi nell'est della Repubblica democratica del Congo da bande di uomini armati.
Lo hanno riferito le autorità locali, precisando che la carneficina è stata compiuta da guerriglieri ugandesi alla periferia della città di Oicha e in due villaggi vicini, nell'area settentrionale del Nord-Kivu.
Questa strage porta a 250 il numero delle persone uccise da inizio ottobre nel territorio e nella città di Beni.
Le motivazioni sono ben note. Si tratta di riuscire a mettere le mani sui giacimenti minerari della zona.
E ci provano un po’ tutti: ugandesi e ruandesi,indifferentemente, perché il “tesoretto” merita e fa realizzare ottimi incassi a chi ha le mani in pasto : multinazionali, cricca politica in alto loco e faccendieri senza scrupoli, locali e non.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)