Rivisto ieri notte per l'ennesima volta, Essi vivono si conferma come un film di grandissimo potenziale, ma riuscito solo a metà.
So che vado a toccare un mostro sacro, quindi mi aspetto che qualcuno proclami la Shari'a contro di me.
Per me la parte migliore del film è questa che vi mostro nel video in calce al post. Sinceramente non mi ricordavo i riferimenti a Dio fatti dall'uomo del filmato; riferimenti che mi lasciano un po' perplesso. Non so perché ma non ho mai pensato a Carpenter come a un regista che potesse citare la religione come alternativa alla schiavitù mentale imposta dalla società alieno-consumistica.
Ma forse questa parte del sermone del telepredicatore non rappresenta affatto il pensiero di Carpenter, che in altre occasioni si è dimostrato caustico nei confronti della Chiesa (penso a Il signore del Male e Vampires, per esempio).
In effetti i ribelli che si schierano contro gli alieni teschiformi vengono dipinti come dei volonterosi sprovveduti che non sanno esattamente quali pesci pigliare. In questo sono piuttosto realistici, non c'è che dire. Probabilmente molto più della Resistenza di John Connor.
A parte questo dettaglio la parte in cui il film in parte delude è la seconda, quando John Nada si trova faccia a faccia coi tiranni alieni smascherati (almeno ai suoi occhi). Molte scene difettano di credibilità, così come il finale, non brutto, bensì poco credibile. Penso che la relativa rozzezza con cui il film scivola verso la fine sia però dovuta soprattutto ai limiti di budget.
Ora come ora un film del genere lo realizzerebbero con una marea di scene in bullet-time e con chissà quali altre trovate scenografiche.
... A pensarci bene non so se sarebbe in effetti un passo in avanti o due indietro!
Comunque tra tutte le pellicole del genere “Loro si nascondono tra di noi sotto mentite spoglie” è senz'altro uno di quelli che apprezzo maggiormente.
Non raggiunge, e nemmeno sfiora, quel capolavoro de L'invasione degli ultracorpi (ottimo anche il remake del 1978).
Però Essi vivono ha forse ancora più potenziale.
Gli ultracorpi siegeliani potrebbero addirittura essere visti, a seconda dei casi, come perfezionamenti dell'essere umano. Ottimizzazioni di una specie difettosa. Senza emozioni non ci sarebbe guerre e omicidi, solo una placida esistenza uniformata e intesa nell'ottica del bene comune.
Per molti è proprio la disumanità imposta dagli ultracorpi a trasformarli in mostri (“Ci si indurisce il cuore giorno per giorno... Solo quando dobbiamo lottare per difendere la nostra umanità ci accorgiamo quanto valga, quanto ci sia cara.”). A questo punto mi chiedo però perché tanti appassionati di fantascienza apprezzano i vulcaniani, tanto per dirne una. Entrambe le razze, bacelloni e vulcaniani, fanno dell'annullamento dell'emotività il loro principio cardine.
Gli alieni di Carpenter sono invece dei grossi e viscidi parassiti. Il peggio del peggio immaginabile: sanguisughe dalla forma teschiforme, che sfruttano i difetti e le miserie umane per fini personali. Per contro non danno certo l'idea di essere coesi quanto i bacelli di Siegel. Gli extraterrestri di Essi vivono sono piuttosto una sorta di “multinazionale” galattica con tutti i tipici difetti attribuiti ai capitalisti terrestri, ma portati all'estremo. L'unica cosa su cui sono davvero concordi è la schiavizzazione del genere umano attraverso i messaggi subliminali (un giorno ne riparleremo).
Non sono alieni, bensì macchine senzienti, ma è impossibile non citare la saga di Matrix, che senz'altro ha tratto parte dell'ispirazione dal film-cult di Carpenter.
Eppure, dopo un primo capitolo dark, essenziale e davvero memorabile, i fratelli Wachowski si lasciano andare a un pastrocchio action-filosofico-new age che, rivisto col senno di poi, ha un che di stucchevole.
Non a caso mi piace molto più il rude John Nada che non il messianico Neo.
Punti di vista.