In queste ultime settimane sono stato molto preso su più fronti, personali (con una vacanza programmata da tempo e finalmente espletata) e professionali (con l’uscita del mio terzo libro e i primi frenetici giorni relativi alla promozione). Di conseguenza ho letto in ritardo l’invito da parte del mio editore, rivolto a tutti gli autori, di partecipare a un concorso interno. Una bella idea, con la possibilità che l’autore del libro più votato potesse risultasse il vincitore. Scongiurati nel mio caso i favoritismi del tipo “io ho votato il tuo libro, tu mi ricambi?” (metodo che comunque non avrei mai adottato!), visto che non ho appunto partecipato, mi ha fatto molto piacere leggere che tra i finalisti c’è pure il mio primo titolo “Verrà il tempo per noi”.
E’ una soddisfazione perché il libro era uscito nel 2011 e nel frattempo la famiglia Nulla die si è di molto allargata, proponendo davvero una vasta gamma di scelte letterarie, libri di ogni genere.
Resterò per sempre legato al mio romanzo d’esordio, nonostante proprio in queste settimane appunto la mia mente e il mio impegno siano quasi esclusivamente rivolti a “Revolution ‘90”, un saggio musicale per il quale ho lavorato e investito molto di me, a livello emozionale. E sto pure ultimando il suo volume gemello che conto di consegnare per fine ottobre.
Ma proprio di recente ho pensato di rilanciare il romanzo in vista di un’interessante iniziativa che si terrà a Macherio, in Brianza. Avrò modo di presentare una mia opera e la scelta, considerando il contesto, è caduta proprio su “Verrà il tempo per noi”, che per me significa tanto. Sono sicuro che il romanzo abbia ancora delle potenzialità e in fondo essendo un esordio è chiaro che non sia molto conosciuto su larga scala. Per questo con molto piacere ad aprile 2015 in una bella cornice lo ripresenterò più che volentieri. In fondo da lì per me è partito tutto e la storia che avevo proposto la sento tanto mia nel profondo.