Si sta pagando un errore macroscopico dei nostri “geni” politici: non avere votato un anno fa.
Il governo Monti doveva durare al massimo tre mesi e non doveva fare né la legge sulle pensioni, né quella sul mercato del lavoro. Leggi di questo tenore le fanno i politici, non i tecnici. E se i politici non sono capaci di farle, se ne devono andare a casa. Ma in questo modo – si obietterà – dai ragione a Grillo! Sinceramente di questo poco me ne cale. Io ragiono con la mia testa, se poi qualcuno è d’accordo con me, tanto meglio.
Sono francamente stupito del basso livello di strategia politica tenuta dal PD e da Bersani in particolare.
Era chiaro, direi quasi lampante che Bersani non poteva riuscire nel suo tentativo di formare un governo e non doveva nemmeno provarci. Il perché lo ha detto lui stesso a caldo, subito dopo le elezioni: “Siamo arrivati primi ma non abbiamo vinto”. E allora doveva proporre subito al Presidente della Repubblica un altro nome per l’incarico di formare il governo. Cazzarola, ma conoscono la logica i dirigenti del PD? E oggi hanno compiuto un secondo tragico errore: si sono messi nelle mani di Napolitano, cioè praticamente hanno rinunciato non tanto al loro ruolo di “primi non vincitori”, ma proprio a quello di partito.
Il berlusca, invece, ha conseguito il secondo successo della stagione: dopo avere evitato il tracollo del PDL, oggi si è proposto come “salvatore della patria”: noi ci siamo, sono gli altri che non vogliono fare un governo.
Si dirà che il PD può giocare la carta Renzi. Altro errore: per Renzi il PD non è una risorsa, ma una palla al piede. Non ne ha bisogno, anzi, gli procura più guai che vantaggi. I dirigenti del PD lo sanno bene: candidare Renzi vuol dire firmare la loro fine politica. Probabilmente per sempre.
Grillo? Grillo non può appoggiare alcun governo, ci mancherebbe altro. L’ha dichiarato in tutte le salse: il suo obiettivo è mandare a casa i partiti. Soltanto uno sciocco (politicamente) poteva e può pensare che li appoggi per mandarli al governo. Ci vuole tanto per capirlo?
Qualcuno ha scritto su fb che la soluzione ai problemi dell’Italia si compone di tre mosse: andare in stazione, comprare un biglietto e andarsene.
Non sono d’accordo con il primo passo: meglio l’aeroporto.
Consoliamoci un po’ con questa, che è tutt’altra musica.