(La lotta del popolo per ottenere la libertà
prima o poi trionferà.
Anche se dobbiamo pagare col sangue.
E perchè sei fuggito di fronte ai carri?
Non volevo un sacrificio inutile
Gao Xingjian, La fuga)
Facciamo nostro l’appello del Gruppo EveryOne del poeta Roberto Malini perché cessi la detenzione del poeta cinese Zhu Yufu.
L’appello è stato già trasmesso al governo cinese, alle Nazioni Unite e al Parlamento Europeo.
IL POETA CINESE ZHU YUFU TORTURATO IN CARCERE.
IL GRUPPO EVERYONE SI APPELLA AL GOVERNO PER LA SUA LIBERAZIONE.
di Roberto Malini
Roma/Pechino, 29 giugno 2012. Il poeta e difensore dei diritti umani cinese Zhu Yufu (58), arrestato dalle autorità cinesi lo scorso febbraio e condannato a sette anni di detenzione per una poesia diffusa attraverso Skype ad amici e colleghi, sarebbe stato sottoposto ripetutamente a torture fisiche e farmacologiche, secondo fonti locali. La poesia per cui ha subito la pesante condanna detentiva si intitola “E’ tempo” ed è un inno alla libertà. Eccone una strofa:E’ tempo, gente della Cina! E’ tempo.
La Cina appartiene a tutti.
Seguendo il vostro cuore
è tempo che scegliate come dev’essere questo paese.
Zhu Yufu ha già trascorso in prigione nove degli ultimi 13 anni e la lunga detenzione, caratterizzata da un regime carcerario durissimo, maltrattamenti e torture, ha minato la sua salute. Alle organizzazioni umanitarie è proibito visitarlo nel centro di detenzione. Il Gruppo EveryOne ha inviato un appello al governo di Pechino affinché vengano interrotte immediatamente le barbariche torture inflitte a Zhu Yufu e il poeta sia liberato. “Zhu Yufu è innocente e un governo che ha paura di una bella poesia, un governo che perseguita i suoi poeti, i suoi artisti, i suoi filosofi è un regime disumano, dai piedi di argilla,” scrive EveryOne nella sua petizione. “Ecco perché vi chiediamo di attenervi ai principi fondamentali della civiltà umana e di restituire a Zhu Yufu i beni della libertà e della dignità, che gli sono stati sottratti iniquamente. La Cina, nella storia, ha sempre protetto i suoi grandi poeti, i quali, anche quelli che cantavano la libertà quale ambizione suprema dell’essere umano. ‘Allungo la mano, afferro le costellazioni’ recita una poesia di Li Po (Suiye, 701 – Chang Jiang, 762), che vedeva la libertà come condizione basilare del pensiero e dell’arte”.
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