Siamo al quarto racconto e alla quarta ricetta del nostro Calendario di Natale…

Da Laghezzi @laghezzi

Il Racconto…

Il Suono dell’Angelo

di

Carla Tommasone

 www.tommasoneromanzi.it

La neve cadeva fitta e silenziosa e Andrea osservava il cielo provando una sottile disperazione. Non ce l’avrebbe fatta a essere a casa per il Natale.

Eppure Sara lo aveva pregato di anticiparsi, gli aveva rammentato, con la sua sottile ironia, che non era il solo a intervenire per la proficua produttività dell’Azienda di famiglia e che se fosse partito un giorno prima, l’Azienda sarebbe stata comunque in piedi al suo ritorno.

Ma non l’aveva ascoltata, perché doveva sistemare ogni questione pendente prima della sua partenza e aveva perso l’occasione. Il giorno precedente c’era stato il sole e un cielo azzurro e terso ideale per il volo. Volse desolato il capo verso il tabellone dei voli.

Nulla … ancora nessuna chiamata per il suo volo.

Non aveva il coraggio di richiamare Sara e di avvertirla di quell’ulteriore ritardo. Ormai era certo che non avrebbe trascorso la mezzanotte con lei e i bambini, e se ne rammaricava, davvero. Non c’era nulla che valesse quanto la gioia che scorgeva negli occhi dei bambini quando scartocciavano i loro doni o la felicità che coglieva nello sguardo di Sara mentre gli consegnava il proprio dono per lui, certa che ancora una volta l’avrebbe stupito.

Capiva solo in quel momento quante corse affannose avesse effettuato per sentirsi attivo e soddisfatto di se stesso, lasciandosi alla spalle ciò che davvero contava nella vita: la famiglia.

Non era comunque soddisfatto e in pace con se stesso quando onorava la famiglia?

Fissò il cielo grigio e seguì la lenta caduta dei fiocchi che andavano a depositarsi gli uni sugli altri formando una spessa coltre, il cuore gonfio di pena, poi prese il cellulare e lo attivò. Richiamò dalla memoria il numero di casa e attese.

«Pronto», esordì la donna in ansia.

«Ti amo Sara e mi dispiace moltissimo. Potessi tornare indietro pianterei il lavoro senza alcun ripensamento per correre da te e dai bambini, per essere con voi in questo giorno di festa, ma dovevo andarmene con la certezza che nulla fosse rimasto in sospeso. Sono uno stupido, un arrogante, un presuntuoso, un coglione! Ti prego, perdonami!» esordì senza pause anche se non era importante il perdono, ma contava che lei sapesse quanto gli dispiaceva.

«Ma chi è?»

«Come chi è? Sara sono Andrea.»

«Guardi che ha sbagliato numero ed io non sono Sara. Però ci riprovi. Sara sarà felice di sentire la sua confessione specie la parte in cui ammette di essere un coglione. Gli uomini non lo accettano facilmente però è vero che lo siete e vi perdete dietro a un paio di fianchi dondolanti o vi lasciate sommergere dal lavoro dimenticando di consultare l’orologio. Ma siamo a Natale e Sara la perdonerà. E le ripeta anche che l’ama. Alla fine è solo quello ciò che conta. Buon Natale Andrea.»

La linea tacque e Andrea fissò sconcertato il telefono. Con chi aveva parlato? Non risultavano numeri sul display del cellulare e da dove arrivava tutta quella luce che riverberava intorno a lui?

Sollevò il capo. C’era il sole?!

Riportò lo sguardo sul display del I-phone e fissò stupefatto la data: 23 Dicembre.

Ma allora …?

Si alzò felice, afferrò il cappotto e la borsa e corse all’uscio. Nell’aprire la porta si scontrò con la sua assistente.

«Ma sta uscendo? Dottore tra mezzora arriva …»

«Annulli tutto Erika che devo scappare», la bloccò rapido.

«Dottore ma dove va?»

«A casa prima che sia troppo tardi. Domani nevicherà, si prepari Erika», la informò l’uomo avvolgendosi la sciarpa intorno al collo.

«Sì, ho appena sentito le previsioni», confermò la ragazza con una smorfia. «Allora parte oggi?»

«Sì, la famiglia mi aspetta. Buon Natale Erika.»

«Grazie Dottore anche a lei e alla sua famiglia», rispose la ragazza volgendosi. Aveva udito il suono di un campanellino eppure nell’ufficio del Dottore non c’era nessuno.

Doveva smetterla di ascoltare la musica ad altissimo volume con le cuffie piantate nelle orecchie. Udiva suoni anche quando c’era completo silenzio, si disse scuotendo il capo, il suono del campanellino ancora a echeggiarle nelle orecchie.

La ricetta…

le mezzelune ripiene di zucchine…

Ingredienti per la pasta: 400 g di farina, 4 uova, sale.

Ingredienti per la farcia: 800 gr. di zucchine, 1 scalogno, 250 gr. di ricotta, 60 gr. di Emmental  grattugiato,  noce moscata,  maggiorana, 3 uova, olio extravergine d’oliva, sale e pepe.

Ingredienti per condire: burro, salvia.

Sulla spianatoia verso a fontana la farina passata al setaccio, al centro vi metto le uova e aggiungo un pizzico di sale. Lavoro con forza gli ingredienti fino ad ottenere un impasto liscio, consistente ed elastico. Formo un panetto, lo avvolgo in un panno inumidito e lo faccio  riposare in frigorifero per circa un’ora.

In un tegame con l’olio e lo scalogno finemente tritato, faccio soffriggere le zucchine tagliate a rondelle, poi la insaporisco con sale, pepe, noce moscata e maggiorana e continuo la cottura per una decina di minuti, poi la tolgo dal fuoco, le trito nel mixer e le faccio raffreddare. Aggiungo quindi alle zucchine i tuorli d’uovo, i formaggi, sale e pepe e amalgamo bene tutti gli ingredienti .

Con il mattarello stendo la pasta in una sfoglia sottile e con il tagliapasta dentellato taglio dei dischi al centro dei quali metto un po di ripieno, poi li ripiego a metà  schiacciandoli bene sui bordi per non fare uscire il ripieno.

Cuocio le mezzelune per 7  minuti circa  in abbondante acqua bollente salata, rigirandole ogni tanto delicatamente poi le scolo con una schiumarola eliminando tutta l’acqua di cottura,  le metto  in una fiamminga e le condisco con il burro fatto fondere precedentemente e profumato un pizzico di maggiorana.


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