Magazine Cucina
Fino a qualche anno fa ci si poteva limitare a escludere dalla dieta i troppi zuccheri, i grassi, i fritti, le bevande gassate. Ora il problema è un altro: anche chi crede di nutrirsi correttamente, in realtà non possiede questa certezza al cento per cento, nel senso che purtroppo poco sappiamo di come il cibo arriva sui banchi della grande distribuzione e poi sulle nostre tavole.
Perché ho deciso di scrivere questo post?
Nei giorni in cui si sta svolgendo il Salone Internazionale del Gusto (Torino, 21/25 ottobre 2010) si arrovellano nella mia testa pensieri che ruotano intorno alla questione 'qualità della vita', cibo in primis. Alcuni incontri che mi hanno fatto riflettere sull'argomento, oltre al fatto che parte della mia famiglia coltiva la terra (per uso privato, s'intende, e che ciò mi permette avere un confronto diretto tra cibo 'biologico' e cibo acquistato al super) hanno fatto sì che scattasse in me un interesse profondo in merito alla questione.
Ma diciamo che la spinta maggiore a scrivere questo articolo è arrivata dopo avere visto un documentario americano - Food, Inc. del 2008 - riguardante appunto il cibo inteso come carne ed ortaggi provenienti dalla grande distribuzione.
Qui si parla di allevamento intensivo, di bestiame riempito di antibiotici ed alimentato con mais (nel caso dei bovini oltre ad essere contro natura provoca anche conseguenze dannose per l'animale e per l'uomo che si nutre di quella carne), carne trattata con ammoniaca per essere disinfettata, soia geneticamente modificata e ovviamente sfruttamento della manodopera.
Certo, in Italia c'è sicuramente una situazione diversa, i controlli sono maggiori, il territorio è limitato per cui anche le dimensioni degli allevamenti e delle colture cambiano. Ma possiamo essere certi della qualità del cibo che ogni giorno ingeriamo?
Voglio dire, siamo sicuri che i pomodori a dicembre non siano stati trattati con sostanze che in qualche modo possono essere dannose per l'organismo?
E poi, date le condizioni in cui verte il nostro Pianeta, si potrebbe anche riservare un occhio di riguardo a tutto ciò che gira intorno al business alimentare.
Intendo dire che è tutta una questione di 'far girare l'economia', ma in questo modo ci stiamo rovinando: cibo cattivo, dannoso per la salute; inquinamento provocato dall'utilizzo dei mezzi di trasporto e dalle fabbriche. Come dire 'ci facciamo del male, ma abbiamo più denaro'. E' un ragionamento un po' da stolti, non credete?
E' anche vero che la questione non è così semplice e non si può esaurire in poche righe, sputando sentenzine un po' da radical chic.
Vorrei semplicemente sollevare una questione, creare un dubbio che possa dar vita ad un confronto, con voi!
Cosa ne pensate di tutto ciò?
Cosa vi dice il termine filiera corta, biologico, biodinamico, eco-sostenibile, chilometro zero?
Intanto vi lascio il link del documentario di cui vi parlavo. E' 'roba forte', per cui state pronti.
http://megavideo.com/?v=9Z8V0FVO
Per chi volesse approfondire la questione bio ecco un altro sito interessante
http://www.greenme.it
Per i cittadini come me, ecco un sito super! (Trovate tutto, anche dove comprare slow)
http://www.slowfoodmilano.it
Sperando di ricevere presto commenti e spunti per continuare la discussione.
Grazie!
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