Magazine Maternità

Siamo il nostro miracolo

Da Wondermum
"Possiamo davvero cambiare la nostra vita, o è la vita che cambiandoci ci illude di averla cambiata?"
Xavier Wheel
"Wonder... se solo ti guardi indietro, com'eri un anno fa!" mi dice Rose, la mia seconda mamma.
E' da frasi così, lanciate nell'aria, che partono le mie riflessioni.
Quotidiane, perchè lo sapete, la mia mente non è mai in standby...
Com'ero un anno fa?
Quante cose son cambiate?
Se ci penso mi dico "WOW!"
E mi rendo conto come ci siano periodo in cui corro, e altri in cui latito.
Alcuni in cui voglio fare e creare me stessa più di quanto sia possibile e altri in cui vivo travolta dalla quotidianità.
Momenti in cui è una perenna e scelta scalata e momenti in cui rotolo in balia della corrente.
Io vorrei sempre essere in scalata.
Crescere, ancora crescere, non mi basta mai.
Se vedo i risvolti non posso che voler continuare la mia strada, senza sapere dove mi porterà, e forse anche per questo vorrei percorrerla a balzi... Quasi sentissi la necessità di sapere dove mi porta, sempre più su.
Passano giorni , settimane, in cui mi dedico a "star dietro" alle incombenze di causa forza maggiore (praticamente la routine della vita...) e mi arrabbio perchè non riesco a ritagliare spazi in cui fermarmi per dedicarmi alla mia crescita, alle mie riflessioni... Quasi avessi paura di perdere tempo per raggiungere Chi voglio essere.
Forse, però, tra un grande obiettivo raggiunto e un altro grande obiettivo, bisogna fermarsi a riprendere fiato.
E nel frattempo avere la capacità di guardarsi indietro, osservare quanto si è cambiati senza nemmeno rendersene conto.
Ieri Nanà era a casa con tosse e raffreddore.
Nel pomeriggio l'ho portata con me a prendere le sorelle perchè, in preda alla mammite, si era rifiutata di andare dalla nonna.
Farmacia, due commissioni, parcheggiamo davanti a scuola che pioveva a dirotto, tiro fuori le carte da gioco che avevo preparato per passare i venti minuti di attesa con Nanà, recuperiamo le sorelle, le portiamo all'attività sportiva.
Entro con in mano tre ombrelli aperti, la sacca della merenda, due borse e le gallette con marmellata di Canterina.
Mamma L. mi vede e si mette a ridere:
"Non ti manca niente da portare??"
Distribuisco merende, cambio le bimbe a tempo record perchè ho la riunione di seconda, Canterina ha i piedi bagnati nonostante gli stivali da pioggia nuovi... Perfetto!
Mentre lego le calze ad un termosifone impartisco ordini stile sergente, ripasso con le grandi cosa dovranno fare dopo essere uscite dall'attività per raggiungermi autonomamente a scuola:
"Cambiatevi, recuperate le calze sporche e le insacchettate, non dimenticate di indossare i maglioni sotto le giacche, Canterina ricordati le calze annodate qua, se non sono ancora arrivata prendete TUTTO QUANTO senza dimenticare nulla, ombrelli compresi e venite a scuola... Mi fido di voi. Quale strada?"
"Quella davanti alla scuola materna!!"
"Perchè non passate dietro?"
"Perchè se tu stai uscendo e passi davanti non ci trovi!"
"Se sono ancora in riunione?"
"Avvisiamo che siamo arrivate!"
"Come?"
"Con gentilezza?... Mamma, posso comandare io??"
"No, Canterina, non comandi... supervisioni. Vietato litigare."
"Occhei mamma."
"Bambine, qui non è la mensa, mettete a posto i resti della merenda."
"Sì, mamma."
"Nanà, prendi il tuo zainetto con libri e varie ed eventuali e andiamo alla riunione."
"SI' MAMMA!"
Con il mio piglio da Rottermaier mi appropinquo verso l'uscita con Nanà.
"Complimenti..."
"Eh?"
"Wonder... I miei complimenti..."
"E dde che?"
Mamma L., che è in attesa della fine della lezione di attività dei suoi figli, mi sorride e non aggiunge altro.
"Son militaresca?"
"No, sei straorganizzata."
"... DI necessità virtù... "
Sì, la vita ci cambia e parecchio. Forse ci illudiamo di essere noi a cambiare lei, ma non possiamo fare a meno di essere malleati dalle sue grandi mani.
A noi rimane la scelta di quale direzione prendere.
A volte si è consapevoli solo di dover cambiare, è eclatante il non poter rimanere dove e come si è, ma nulla è per forza.
C'è chi sceglie di non voler cambiare, perchè pensa che la vita vada bene così, ma il mondo nel frattempo gira intorno e prima o poi ci si ritrova con in mano solo se stessi e la propria insoddisfazione.
C'è chi, purtroppo, non ne è capace. E chi non vuole esserlo.
Chi anticipa il cambiamento, chi invece si lascia trasportare dagli eventi e cambia leggero sulla loro scia.
Ad un certo punto ho iniziato a chiedermi Chi avrei voluto essere, e non ho più saputo smettere.
Ma chiedendomi Chi voglio essere devo partire da Chi sono ora.
Chi sono?
Chi siamo?
Penso semplicemente che ognuno di noi sia un Grande miracolo.
Un miracolo che fino ad ora non era mai esistito.
Unico.
Irripetibile.
Perchè di uguali non ce ne saranno mai più.
E che quindi può fare la differenza.
Quando si fatica a decidere la strada da imboccare, basta ricordarsi di questo e chiedersi:
"Il miracolo che Sono, e che può fare la differenza, ora cosa farebbe?"


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :