Magazine Cultura

Siamo in guerra.

Creato il 20 marzo 2011 da Enricobo2
Certo, sono preoccupato e quando la situazione precipita diventa difficile fare valutazioni, sia perchè le emozioni del momento stravolgono i giudizi, sia perché le previsioni sono spesso più costruite sulle speranze e sui sentimenti che sull'analisi dei fatti. In questi casi bisognerebbe avere la capacità di estrarsi da pregiudizio e tentare di valutare mettendosi nella situazione delle diverse parti. In questi casi i dubbi, specialmente da parte degli osservatori non titolati come me, dovrebbero fare la parte del leone. Le certezze poi, dovrebbero essere guardate con estrema cautela, specialmente se diventano dirimenti sulle decisioni da prendere. Intanto bisogna esaminate per primi i punti fermi, quelli che appaiono inoppugnabili. Questi mi sembrano, in ordine: 1. Da ieri siamo ufficialmente in guerra con il regime ufficiale libico e questo intervento è autorizzato dall'ONU inclusa la lega Araba. 2. Fino ad un mese fa di questo regime eravamo sostenitori, fino al baciamano, oltre che primi partner commerciali. 3. Successivamente abbiamo mostrato un appoggio morale agli insorti, auspicando la fuoriuscita dell'attuale gruppo di potere. 4. Il governo ufficiale era sul punto di riprendere il controllo del paese.
Esaminando i vari punti di vista possiamo anche dare per certo che:1. Gheddafi tenta di rimanere in sella, sterminando possibilmente l'opposizione e preparando azioni ritorsive verso chi lo ha "tradito".2. Gli insorti sperano di prendere il potere e chiedono disperatamente aiuto concreto militare, ma possibilmente non di terra.3. Francia, Inghilterra e USA da tempo estromessi dallo scacchiere vorrebbero rientrarci a tutti i costi, sia per le implicazioni di forniture energetiche che di controllo sui movimenti estremisti islamici.4. Altri paesi come la Germania, essendo rivolti all'Est e all'estremo oriente, sono disinteressati all'area e vorrebbero essere tenuti fuori dalla storia.5. Cina e Russia, considerando che tutto sommato questo è un intervento sugli affari interni di un paese sovrano, mal digeriscono la cosa e temendo come la peste similitudini con le loro situazioni interne prendono comunque le distanze.6. La Lega Araba per ora approva, ma all'interno ci sono situazioni di precario equilibrio, potendo molti di questi regimi, subire in seguito la stessa evoluzione.7. L'Italia è in una posizione di estrema precarietà, da un lato essendo esposta per prima per posizione geografica, con la previsione di perdere la sua posizione di preminenza economica preesistente essendo implicata con il fronte eventualmente perdente, qualunque sia dei due; in secondo luogo essendo costretta a subire l'onda d'urto dei profughi che potrebbe essere davvero superiore alle sue forze.
In questi casi fare previsioni è davvero impossibile anche sulla base dei fatti analoghi già avvenuti, Balcani, Iraq e recenti rivoluzioni in corso, mentre se si potessero azzeccare le previsioni giuste sarebbe più facile decidere comportamenti adeguati. Di certo l'evoluzione più favorevole sarebbe quella di un Gheddafi costretto ad abbandonare in una settimana o poco più, ma i fatti della storia recente dimostrano che questa sia una delle soluzioni meno probabili, mentre l'escalation e la stagnazione per un tempo indefinito siano quelle più normali. Inutile dire che per noi questo scenario sarebbe mortale, sia in termini di destabilizzazione geopolitica che in quello di pressione migratoria e di certo è una delle cose peggiori che ci potrebbe accadere. I prossimi giorni potrebbero fornire qualche chiarimento maggiore, ma ne dubito. In questi casi l'impantanamento è una delle vie tradizionali e tragica per un paese con una situazione debolissima come la nostra, in cui le varie camarille fanno dichiarazioni volte unicamente a razzolare qualche voto in caso di elezioni più vicine. Mi piacerebbe sentire i vostri pareri al riguardo.

Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

I datteri di Tobruk
La cacciata del tiranno.Il vento del Maghreb.
Mediterraneo in fiamme.Fiamme sul Nordafrica.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazines