Non si discute. L'errore è stato fatto all'inizio. Tutta quest'ultima fase della nostra storia è piena zeppa di errori che pagheremo carissimi. Ha iniziato Piergigi Bersani con una campagna elettorale dissennata se non suicida. Ha continuato sempre Bersani permettendo ai 101 zozzoni di fucilare Romano Prodi alle spalle. E, per colmo di sfiga ed eccesso di consapevolezza, ha proseguito chiedendo i voti dei 5Stelle senza offrire loro un'assunzione di responsabilità in prima persona. Poi, non si può più parlare di errori ma di colossali abbagli. Non si sa per quale ragione, l'Innominabile si è sentito una sorta di Ufo Robot e, dopo essere stato rieletto, ha creduto di poter dettare le sue regole a un pregiudicato che nulla ha più da perdere. Il governo LettaLetta è stato un obbrobrio costituzionale, un assurdo in termini, una alleanza contro natura che non poteva durare a lungo. Per i suoi cazzi personali, come ha fatto per venti anni e senza contraddittorio, Silvio ha deciso di mandare all'aria il tavolo da gioco, insomma, si è ripreso il pallone. Sbeffeggiato da tutto il mondo civile, meno che dal suo amico e sodale in affari energetici, Vlady Putin, Silvio sta portando l'Italia sull'orlo di una stagione di tensioni politiche e sociali senza precedenti. La rabbia sta montando, e senza lavoro e senza soldi per pagare le tasse, il rischio che esploda in piazza c'è tutto. Il nervosismo si respira nell'aria di tutti i giorni, dal momento in cui l'italiano si alza senza una prospettiva, fino a quando torna a letto la sera dopo una giornata trascorsa alla ricerca di un senso da dare alla propria vita. Siamo sull'orlo del baratro e a questo punto basta un alito di vento per finire nel precipizio. Lo sanno tutti, compresi i falchi del Pdl che non si capisce fino in fondo cosa cazzo vogliono. Silvio sembra il nonno rimbambito in mano ai nipoti furbi, la penosa carcassa di un elefante al quale, per un po', hanno brillato le zanne della giovinezza. Non ci interessa che all'interno del Pdl si siano levate le prime voci di dissenso, perché dai senza palle non si può pretendere nulla se non un ruolo da figuranti in un dramma storico. A questo punto la Legge di Stabilità ce la confezionerà la UE, l'Iva aumenterà di un punto, a dicembre si pagherà la seconda rata dell'Imu. A Silvio, di tutto questo non frega una mazza anzi, sembra che stia ottenendo quello che vuole: l'impunità perenne. L'Innominabile sta infatti pensando di mettere mano all'amnistia. Alla fine vince sempre lui, Silvio, un incubo che non finirà mai.
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Siamo nelle mani di un pregiudicato. Prendiamone atto e cacciamolo, una volta per tutte
Creato il 29 settembre 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Non si discute. L'errore è stato fatto all'inizio. Tutta quest'ultima fase della nostra storia è piena zeppa di errori che pagheremo carissimi. Ha iniziato Piergigi Bersani con una campagna elettorale dissennata se non suicida. Ha continuato sempre Bersani permettendo ai 101 zozzoni di fucilare Romano Prodi alle spalle. E, per colmo di sfiga ed eccesso di consapevolezza, ha proseguito chiedendo i voti dei 5Stelle senza offrire loro un'assunzione di responsabilità in prima persona. Poi, non si può più parlare di errori ma di colossali abbagli. Non si sa per quale ragione, l'Innominabile si è sentito una sorta di Ufo Robot e, dopo essere stato rieletto, ha creduto di poter dettare le sue regole a un pregiudicato che nulla ha più da perdere. Il governo LettaLetta è stato un obbrobrio costituzionale, un assurdo in termini, una alleanza contro natura che non poteva durare a lungo. Per i suoi cazzi personali, come ha fatto per venti anni e senza contraddittorio, Silvio ha deciso di mandare all'aria il tavolo da gioco, insomma, si è ripreso il pallone. Sbeffeggiato da tutto il mondo civile, meno che dal suo amico e sodale in affari energetici, Vlady Putin, Silvio sta portando l'Italia sull'orlo di una stagione di tensioni politiche e sociali senza precedenti. La rabbia sta montando, e senza lavoro e senza soldi per pagare le tasse, il rischio che esploda in piazza c'è tutto. Il nervosismo si respira nell'aria di tutti i giorni, dal momento in cui l'italiano si alza senza una prospettiva, fino a quando torna a letto la sera dopo una giornata trascorsa alla ricerca di un senso da dare alla propria vita. Siamo sull'orlo del baratro e a questo punto basta un alito di vento per finire nel precipizio. Lo sanno tutti, compresi i falchi del Pdl che non si capisce fino in fondo cosa cazzo vogliono. Silvio sembra il nonno rimbambito in mano ai nipoti furbi, la penosa carcassa di un elefante al quale, per un po', hanno brillato le zanne della giovinezza. Non ci interessa che all'interno del Pdl si siano levate le prime voci di dissenso, perché dai senza palle non si può pretendere nulla se non un ruolo da figuranti in un dramma storico. A questo punto la Legge di Stabilità ce la confezionerà la UE, l'Iva aumenterà di un punto, a dicembre si pagherà la seconda rata dell'Imu. A Silvio, di tutto questo non frega una mazza anzi, sembra che stia ottenendo quello che vuole: l'impunità perenne. L'Innominabile sta infatti pensando di mettere mano all'amnistia. Alla fine vince sempre lui, Silvio, un incubo che non finirà mai.
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