LO STUPRO, René Magritte, 1945
Tre.
Secondo me, sono tre i punti salienti della sentenza di assoluzione emessa dai giudici della Corte d’Appello di Firenze per sei uomini accusati di VIOLENZA SESSUALE avvenuta nel 2008, alla Fortezza da Basso. Un gruppo di sei uomini (italiani, tra i 20-25 anni) accusati di violenza sessuale su una donna (una ragazza di 23 anni): TUTTI ASSOLTI.
Primo punto.
Si parla di “iniziativa di gruppo comunque non ostacolata”.
Chiedo: una donna soggetta a uno stupro di gruppo ha l’obbligo, ha il dovere di OSTACOLARE la violenza a suo carico? Vorrei che i giudici della Corte d’Appello mi spiegassero, per favore, come fa una donna ad ostacolare la violenza da parte di un gruppo di SEI uomini-stupratori (violenza che nella sentenza è gentilmente definita “iniziativa”). Nemmeno Wonder Woman ci riuscirebbe. Una violenza da parte di un branco non la fermi con un corpo. Neppure se graffi, mordi, ti divincoli, scalci. E qui erano SEI UOMINI. Sei uomini. Sei.
Secondo punto
I ragazzi avrebbero probabilmente “mal interpretato la disponibilità della ragazza” che era “non sobria… ma presente a se stessa“.
Chiedo: se in SEI “usano” una donna probabilmente ubriaca, potete spiegarmi come si fa a parlare di mala interpretazione? Interpretazione di cosa? Della volontà di una persona probabilmente non sobria ma presente? E che significa non sobria ma presente? In quel momento, chi del gruppo ha deciso che lei era presente pur essendo probabilmente ubriaca? Le hanno fatto recitare la Divina Commedia per capire il suo livello di “presenza” e disponibilità a subire penetrazione da parte di SEI UOMINI?
Terzo Punto
Come dice la legale della ragazza vittima di stupro, avv. Lisa Parrini, i giudici parlano di “vita non lineare della ragazza”.
Chiedo: se noi donne ci concediamo una vita sessuale come tutti gli esseri umani, se viviamo rapporti di sesso-amore o di solo sesso o di quello che ci pare… non siamo “lineari”? E se una donna ha avuto precedenti rapporti sessuali (etero, omosessuali) è automaticamente STUPRABILE?
Ecco. E’ questo terzo punto quello che mi inquieta di più.
Quindi chiedo ancora: che significa “VITA NON LINEARE”? LINEARE A CHE COSA? LINEARE A CHI? QUAL E’ QUESTA “LINEA”?
Forse, quella della cintura di castità? Ma chiudere a chiave il nostro organo sessuale, non chiuderà a chiave le violenze dell’uomo su di noi. E’ già successo, secoli fa.
No. Noi non siamo e non vogliamo essere in LINEA con le vostre regole di vita, con i vostri modelli.
No. Noi le LINEE ce le tracciamo da sole.
Una sentenza che assolve SEI uomini e addita una donna per la sua VITA NON LINEARE mi riporta, ci riporta tutte indietro nei secoli. A quella “LINEARITA'” che significa sottomissione, testa china, bocca chiusa, assenza di desideri, assenza di volontà. Tutte LOBOTOMIZZATE dentro una VITA LINEARE pre-formata e pre-stampata.
Siamo noi le colpevoli. Noi con il nostro corpo. Noi con il nostro sesso provocante.
Siamo noi a creare la tentazione, a portare al peccato. Ad indurre allo stupro.
Siamo tutte stuprabili.
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