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Del resto, se da un lato ci mettiamo tutte le analisi teoriche di rischio possibili, dall'altro possiamo dire che la statistica mondiale delle centrali nucleari che sono state in esercizio finora ci parla di (nella classifica di pericolosità degli incidenti dei Livelli da 1 a 7):
>Livello 2 (guasto) = n. 2 incidenti noti (Civaux, Francia 2002 e Forsmark, Svezia 2006)
>Livello 5 (incidente grave con rischio esterno) = n. 2 incidenti noti (Three Mile Island, USA 1979 e Windscale, GB 1957)
>Livello 6 (incidente serio) = n. 1 incidente noto (Kyshtym, URSS 1957)
>Livello 7 (incidente molto grave) = n. 1 incidente noto (Chernobyl, URSS 1986)
Naturalmente gli incidenti a livelli più bassi (0 e 1) non salgono alla ribalta della cronaca non comportando rischi di sorta, quindi non è dato conoscerne il numero. Gli altri sono quelli citati sopra e quelli davvero degni di nota, ovvero che implicano un serio pericolo per la popolazione, sono dal Livello 6 in su. Ora Fukushima attualmente sembra essersi attestata su un Livello 6 e questo significa che l'esame dei dati per ora ci indica due guasti molto gravi in 57 anni circa (la prima centrale nucleare al mondo fu costruita nel 1954), il che indica - in via del tutto teorica e molto qualitativa, naturalmente (i dati di esercizio sono pochi per farne un uso statistico vero e proprio, e il numero di centrali in attività può cambiare) - che nell'ambito degli impianti nucleari si possa verificare orientativamente un incidente grave al mondo ogni poco meno di trent'anni. Per quanto dunque il dato non abbia i crismi per essere benedetto dall'ufficialità della scienza statistica, può almeno significare che - considerata all'atto pratico - la sicurezza, per quanto sbandierata e ricercata, può essere facilmente messa alla prova sia dalla fallibilità dell'uomo, che dalla casualità della Natura.
Se pertanto il rischio (calcolato) esiste sempre ed è un prezzo che si deve aggiungere a quello che bisogna pagare anche in termini economici per ottenere qualcosa, per tentare di uscire dall'impasse si deve mettere sull'altro piatto della bilancia tutto ciò che si ricava per quel prezzo. In altre parole i vantaggi di tutti i generi, messi tuttavia in competizione con tutti gli altri metodi che, in un modo o nell'altro, consentono di raggiungere gli stessi obiettivi, magari con prezzi e prestazioni diverse, ma anche con rischi (calcolati) diversi e con tutta probabilità nient'affatto trascurabili.
/continua (lunedì)
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