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Siamo tutti una casta mangiasugo

Creato il 06 giugno 2013 da Gigionaz
Dopo essermi scusato con i miei lettori per la lunga assenza, dovuta, in parte, al lavoro che in questo periodo è davvero pesante, torno a chiacchierare con voi.
L'occasione mi è stata offerta da una bella conferenza di Roberto Napoletano, ottimo direttore del Sole24Ore, che presentava il suo libro “Promemoria Italiano”. 
Siamo tutti una casta mangiasugo

Del libro avranno parlato migliaia di pagine internet, e qui mi rimane solo da ricordarne il senso sommario, almeno quello che più sono stato grato di sentire e di condividere: l'ipertrofico debito pubblico italiano è dato da una politica consapevole di arricchimento artificioso non di una casta, non di un gruppo di furbetti e di privilegiati, ma di un popolo tutto. E questo è dovuto alla trasformazione mostruosa della classe politica.


Siamo tutti una casta mangiasugo
Una volta La Malfa, a chi gli chiedeva pareri su una legge importante, rispose: "Le quattro leggi che porteranno alla rovina l'Italia sono già state fatte. La prima è quella dell'istituzione delle Regioni (a cui seguiranno addirittura le Province ndgigionaz). E sarà questo decentramento della spesa che produrrà aumento del debito, congelamento dello sviluppo e, alla fine, insostenibilità del sistema"(cit a memoria da gigionaz).
Oggi, dirlo, può essere insopportabilmente paradossale e quindi impopolare, ma la spesa pubblica non è finita solo nelle mani dei politici. Lo spreco ha prodotto distribuzione di una ricchezza che, essendo ricchezza da debito, ha reso ogni italiano responsabile, magari involontario, della sua condizione.
Perchè dopo la revisione del titolo quinto della Costituzione, che rappresenta la parvenza di federalismo all'italiana, le spese delle regioni sono aumentate di decine di punti percentuali (e decine di miliardi di euros). Uno si aspetterebbe che, allo stesso tempo, le spese dello Stato fossero diminuite. E invece no.Contestualmente, la spesa dell'amministrazione centrale è pure aumentata con incrementi ben sostanziosi (trovate i dati qui).
E, davvero, questi soldi sono finiti nelle tasche degli italiani. Trafile burocratiche rese obbligatorie per legge, norme delle quali ci lamentiamo ogni giorno, controlli e adeguamenti agli standards, ingrassano noi tutti e producono la superfetazione degli impieghi, degli stipendi, delle parcelle di quasi ogni comparto dell'economia di questa disgraziata nazione. 
Siamo tutti una casta mangiasugo


Nazione che oggi stupisce se, inserita in un contesto di regole monetarie europee, improvvisamente si vede serrata la cannella dell'ossigeno, e si vede lentamente morire. 

Vuole tornare al paradiso precedente, perchè tre case, due auto, un motorino, tutti insieme, non possono più essere negati a nessuno 1)
Questo fa venire anche in mente una natura di noi italiani: la periodica proiezione delle responsabilità, che nessuno di noi sa assumersi, sulle spalle ben più larghe e solide di qualche rappresentante del nemico Stato 2). 

Io queste cose le avevo intuite e quasi elaborate senza scienza formale, anche solo leggendo compulsivamente le pagine di politica economica che prolificano in rete. Le trovate sparse  in questo blog informale, se cercate, ma avevo bisogno di sentirle raccontare con la passione e la foga di Roberto Napoletano, uomo di cuore e non solo di dottrina.

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1) Può sembrare una bestemmia, oggi, ricordare certe cose. Oggi che vediamo povere pensionate che cercano di sopravvivere con 600 € al mese. O coppie di giovani genitori che perdono entrambi, il lavoro e non hanno il cibo per la loro bimba.

E sarà del tutto inutile eccepire che, quando uno costruisce una piramide senza regole di sostenibilità, sempre i poveracci rimangono sepolti dal crollo.
2) Sia chiaro, io, come Napoletano fa, non ho assolutamente intenzione di assolvere la torma di approfittatori che alligna tra i politici di professione. E schifo il mutamento che ha subito la nostra classe dirigente, trasformatasi da 'ladri per il partito' a 'ladri per pagarsi le puttane proprie e privatissime'. Ma invoco, come Napoletano fa con una benedetta commozione, il ritorno alla nobiltà della missione politica che i nostri rappresentanti - e tutto il popolo italiano - devono per forza avere avuto, nel momento in cui fu necessario traghettare lo stivale fuori dalle macerie della guerra verso gli anni splendidi dello sviluppo industriale.

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