Se vi regalassero un pesce rosso come lo chiamereste: Incessantemente, Siamosolonoi o Libertà? Siamosolonoi è la scelta di Savino e Ada, per il pesce e per la loro vita. Sono loro i protagonisti della lotta d’amore andata in scena dal 3 al 7 Aprile al Teatro Franco Parenti di Milano. Siamosolonoi è il titolo della pièce teatrale di Marco Andreoli, diretta da Circo Bordeaux, con Michele Riondino e Maria Sole Mansutti. Protagonista è anche la scenografia. Una cucina di dimensioni spropositate rispetto ai due attori che sembrano bambini, nei loro abiti che ci ricordano un primo giorno di scuola di altri tempi (Savino) e le bambole di porcellana (Ada). Sono fanciulli che giocano, saltano sul frigorifero e si rincorrono attorno al tavolo, combattendo fisicamente e con le parole per un amore. «Dolce, spietata e ossessiva» è la lotta tra Ada e Savino. La cucina è il cuore della casa, il luogo dove brucia il fuoco di una famiglia, ma i suoi muri possono divenire prigione. Ed è questo il caso. «Fuori c’è la guerra», racconta Ada a Savino. «Impiccano le persone sole, perché sono crudeli, perché non vogliono più bene a nessuno». E paventando la morte e offrendo una sicurezza di cemento armato, Ada tiene lontano Savino dalla conquista della libertà.
Il sipario si apre nell’oscurità, le luci di un piccolo albero di Natale, lasciano intravedere la figura di una donna, seduta su un alto ripiano che racconta di due cavalieri e della morte di uno dei due. Ada è qui coscienza che ricorda a Savino il terribile atto che ha commesso e nella suspense di questo omicidio si srotola tutta la messa in scena. «Sento la lama entrarmi nel corpo anche quando sono io a colpire», si tormenta Savino. È il giorno del suo compleanno, ma nessuno parteciperà alla festa. Riceve in dono da Ada, un enorme pesce rosso in un’ampolla di vetro trasparente. Si sa che senza punti di riferimento i pesci impazziscono: «Dovresti proteggere le cose a cui tieni e non farle morire», sostiene Ada. Lo dice a voce alta ma per gli altri, non vale per se stessa che vuole imprigionare tra le mani la farfalla del loro amore. E poi ci sono i desideri di Ada e di Savino, i sogni nel cassetto da realizzare quando si diventerà grandi. Alternati e in stridente contrasto, quelli di una con quelli dell’altro. Mentre lei sogna di ingabbiarlo o che Savino divenga così piccolo da tenerlo nel palmo della mano, lui immagina di visitare il sistema solare o di correre senza fermarsi per vedere tutto il mondo. Alla fine la bellezza dell’ignoto e l’incessante ricerca della libertà diromperanno sulla coppia.
Un lungo applauso accompagna gli inchini della Mansutti e di Riondino e gratifica il lavoro firmato dal Circo Bordeaux, gruppo teatrale fondato nel 1999 e composto perlopiù da ex-allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”. Non serve usare il successo televisivo di Michele Riondino, protagonista de Il giovane Montalbano, per consigliare uno spettacolo che si promuove da solo. Una rappresentazione perfetta degli amori di oggi, che non trovano equilibrio tra smania di possesso e libertà di scegliersi ogni giorno. Riondino e la Mansutti sono degli esecutori precisi e passionali per un testo complesso che spazia tra poesia e attualità, lasciando agli attori la libertà di lavorare su intuizioni, spiazzando il pubblico che rimane intontito da tanto trasporto.