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"Sicario" - a catastrofe già avvenuta

Creato il 28 settembre 2015 da Samuelesestieri


A catastrofe già avvenuta, non rimangono che scarti, singoli residui di umanità gettati nel biancore accecante di chi non può più distinguere tra bene e male, tra giustizia e vendetta: il mondo è frontiera, confusione di parti dove i confini sono stati superati. Un universo infernale dominato dalla violenza e dall'ossessione: qui la guerra si fa condizione permanente, base esistenziale. Difficile stabilire il momento in cui questa guerra sia entrata nelle nostre vite.
Ci si ritrova a vagare in piena confusione, senza più contrasti netti, senza più ordini o discipline morali da seguire. Un mondo senza più regole è un mondo dove tutto è permesso, un universo senza Dio (e senza Diavolo) consegnato agli istinti più bassi degli uomini. Eppure la protagonista, la splendida Emily Blunt, è la flebile luce nel buio, il ricordo mai appassito di chi, imperterrito, crede in un ordine possibile (in un'umanità che ancora vive e pulsa sotto le croste marce del reale). E' lei il contraltare perfetto della Maya di "Zero Dark Thirty", l'incarnazione femminile di una tenacia, di un morbo, di una fede che consuma fisicamente e psicologicamente. E, come Maya, il suo personaggio si rivelerà completamente impotente, quasi come se si ritrovasse "gettato" in un (dis)ordine dominato dal caos. Alla fine, tra lacrime e morti, non rimane che un universo di solitudine.
La Frontiera tra Stati Uniti e Messico assume l'aspetto di un nuovo west, la terra di nessuno dove poter regredire: qui il sicario è il lupo di un mondo di cui s'illude di decidere le sorti. Lui è l'uomo invisibile, il giustiziere privo di etichette, il fantasma che vive nell'ombra, lo spettro che torna sempre a chiedere il conto. Eppure soffre, perché è stato è un uomo (perché è ancora un uomo).
Dopo "Prisoners", Villeneuve continua a indagare le nostre pulsioni più animalesche e sotterranee, rigettando qualsiasi facile manicheismo e trattando i personaggi proprio come le sue frontiere: mondi liminali dove ogni cosa cambia il suo aspetto e rivela, sempre, una verità eccedente, inaccettabile, catastrofica. Tra i film più apocalittici dell'anno, proprio perché intercetta la fine del mondo non davanti a noi, ma alle nostre spalle. Tutto è già avvenuto, eppure nessuno se n'è accorto.

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