Il Veneto si arma fino ai denti contro la norma del decreto liberalizzazioni che obbliga gli enti locali a trasferire alla Tesoreria unica il 50% della liquidità entro oggi. Impugnazione davanti alla Corte costituzionale, ricorso al Tar e diffida ad Unicredit a versare i soldi regionali allo Stato. E' l'articolo 35 del decreto (ora all'esame del Parlamento per la conversione in legge) la norma incriminata.
In sostanza, per reperire una parte delle risorse destinate a pagare i debiti della Pubblica amministrazione con le imprese, il governo ha previsto l'estensione del regime di Tesoreria unica a tutti gli Enti territoriali, chiamati quindi a versare le proprie disponibilità liquide alla Banca d'Italia: il 50% adesso, la restante metà entro il 16 aprile. Un'operazione che, sul totale di circa 70-90 miliardi di debiti accumulati dallo Stato, dovrebbe portare in cassa una decina di miliardi da restituire alle imprese: a tanto ammonterebbero infatti i soldi degli enti virtuosi, bloccati dai vincoli del patto di stabilità interno.
La protesta potrebbe essere cavalcata non solo dalla Lega, che ne fa una questione di violazione dei principi del federalismo. Infatti, anche l'Unione delle province, guidata da Giuseppe Castiglione (Pdl) e l'Anci presieduta da Graziano Del Rio (Pd) si stanno mobilitando per indurre altre Regioni ad impugnare l'articolo 35 davanti alla Corte costituzionale, nella speranza che, nel frattempo, le forze politiche riescano a contrastare la norma in sede di conversione del decreto.
La Regione Siciliana che farà? Il suo istituto tesoriere, entro i tempi previsti, dovrà procedere al versamento dei fondi nelle casse della tesoreria unica. Ma in virtù di una sentenza della Consulta degli anni Ottanta, la Regione potrà chiederà il riversamento nelle sue casse. Infatti, nel 1987, Finanziaria del governo Goria, si stabilì che la Regione Siciliana dovesse versare i suo fondi alla tesoreria centrale. Cosa che avvenne, ma in seguito a ricorso alla Consulta del governo guidato da Rino Nicolosi, sono tornati indietro.
La Corte Costituzionale, infatti, sancì che, a differenza delle regioni ordinaria alle cui casse provvedere lo Stato che riscuote i tributi, quella Siciliana, in virtù dell'art.36 dello Statuto speciale, li riscuote direttamente e li spende autonomamente. Speriamo...