Mobilitazione generale per il movimento siciliano “Forza d’urto” che dopo l’aggregazione con il movimento nazionale dei forconi ha lanciato la sfida all’Italia con i preannunciati quattro giorni di protesta dal 16 al 20 di Gennaio.
I movimenti raggruppano agricoltori, pastori, pescatori, autotrasportatori, commercianti e tutta la società civile: una moltitudine oramai stanca del processo di recessione esponenziale che ogni giorno colpisce la Sicilia.
La bandiera Siciliana e la Trinacria campeggiano in prima fila nei vari presidi istaurati nei principali snodi delle maggiori arterie di comunicazione nelle zone di Messina, Palermo e Catania e nelle sedi di raffinazione petrolifera di Gela, Priolo, Milazzo. Secondo il movimento nella gran parte delle aziende agricole in Sicilia sono al collasso prodotti come arance, zucchine, pomodori, melanzane hanno perso il loro valore commerciale e la libera circolazione di altri prodotti provenienti dall’estero abbattono il prezzo di mercato, l’aumento della nafta produce un costo più che raddoppiato del trasporto e un aumento del prezzo del prodotto che non è più concorrenziale nei mercati del nord. A tutto questo si aggiunge un processo di speculazione e di taglieggiamento da parte dei grandi commercianti che acquistano a prezzi stracciati in Sicilia per vendere a peso d’oro al nord con guadagni pressoché nulli per i produttori agricoli. Tra le richieste dei movimenti , la defiscalizzazione dei prodotti petroliferi, dell’energia elettrica e un utilizzo adeguato dei fondi europei in agricoltura, blocco delle esecuzioni serit. Una delle rivendicazioni cardine anche l’applicazione dell’art 37 dello statuto di autonomia che prevede il pagamento delle tasse in Sicilia per tutte le aziende che operano nell’isola ma hanno la loro sede legale al nord. Altro nodo legato allo statuto le risorse del sottosuolo (compreso il petrolio) che sono di esclusiva proprietà della regione siciliana secondo quanto previsto dall’art 33. Molte delle critiche dei manifestanti sono mirate verso il governatore Lombardo, reo secondo alcuni di non riuscire a controllare la grave situazione Siciliana. Il pericolo che si pone comunque è il blocco del sistema comunicazioni in Sicilia ed il teppismo di alcune frange irresponsabili che in alcune zone come a Gela hanno cominciato a rompere vetrine ed a lanciare sassi verso le auto in sosta all’insegna dello slogan “Andate tutti a Casa” con chiaro riferimento alla politica.
di Maurizio Cirignotta