I quotidiani nazionali hanno sempre pagine dedicate all’enogastronomia, tra quelli che leggo c’è La Stampa e, talvolta, La Gazzetta dello Sport. Lasciamo perdere il quotidiano sportivo perché, a volte, presenta articoli che non mi danno nessuna sensazione anzi…
La Stampa ha ottime pagine dedicate al cibo, vino, ristoranti, viaggi che sono molto interessanti e offrono idee per futuri week end oppure spunti per bottiglie di vino da bere insieme ad amici. Ebbene in uno di questi articoli recenti si parla della Sicilia e di Menfi, decantando questo splendido angolo dell’isola. Da queste parti ci sono passati tutti: Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi e Spagnoli e tutti hanno lasciato tracce e testimonianze del loro passaggio. Gia dai tempi antichi il vino qua era un must, si trovano testimonianze di antiche anfore e di narratori dell’epoca. Dunque il vino era ben famoso più di duemila anni fa!!! In effetti i Greci chiamavano l’Italia, ma soprattutto questa parte meridionale, Enotria cioè paese del vino. Allora perché dire, nell’articolo della Stampa: la scoperta del territorio di Menfi, di una sicilianissima Napa Valley dove cantine storiche e giovani vigneron di buona volontà hanno rilanciato l’immagine del vino siciliano facendolo diventare un must, amato e coccolato da esperti e amanti del bere bene. Sono d’accordo per il rilancio di immagine dovuto a questo connubio tra tradizione e nuovi vigneron , ma perché paragonare questo territorio ricco di storia al luna park della Napa Valley? La storia è dalla nostra parte e forse sarebbero i vignerons della California che dovrebbero prendere in esempio i più di tremila anni di tradizione e produzione del vino in queste terre. La Napa Valley non è sicuramente un luna park, ma la loro storia recente e l’attaccamento degli americani a tutto ciò che è show, ha trasformato alcune cantine a luoghi da spettacolo che hanno generato turismo. Loro però non hanno la storia: noi si!!!!! Investiamo su quella e smettiamola di paragonarci a recenti regioni vinicole del New World.